Assalto al rifugio, in quattro ore adottati 20 cuccioli

È assalto alla “Cuccia” per l’affido dei 60 cuccioli a carico del rifugio monfalconese dei 479 sequestrati da Gdf e Polizia in due operazioni contro il traffico di animali dall’Est europeo. Già venerdì, ottenuto il via libera da parte della Gdf, il rifugio monfalconese ha affidato nel giro di 4 ore una ventina di cuccioli in buona salute ad altrettante persone sulla base di una lista presentata dagli stessi finanzieri e di una propria stilata sulla base di coloro che nei giorni scorsi avevano contattato via sms il rifugio. Laura Grassi, presidentessa della “Cuccia”, ha contattato altre persone, inserite nella stessa lista, per affidare un’altra quarantina di cuccioli che risultano però tutt’ora in cura presso veterinari e volontari dell’associazione in quanto in condizioni precarie.
Ieri però è accaduto l’imprevedibile. Decine di persone si sono presentate al rifugio reclamando un cucciolo e presentando un documento d’identità, pronte a sottoscrivere una dichiarazione di conoscenza, come prescritto dal pm udinese Viviana Del Tedesco titolare del fascicolo sul contrabbando di animali dall’Ungheria, del fatto che «l’affidamento può avere carattere di temporaneità e che il cane è prestato a titolo gratuito ed è vincolato dall’esito delle indagini che sono tuttora in corso». Un vero assalto fronteggiato con difficoltà in quanto, consegnati in affido i primi venti cuccioli, gli altri non erano immediatamente disponibili perchè ancora malati.
È chiaro che si è verificata una sovrapposizione di procedure. Al rifugio “La Cuccia”, fin dai primi giorni, non essendo arrivate indicazioni sul sistema degli affidi ed essendo invece pervenute centinaia di richieste di adozione, era stata stilata una lista, dando priorità a coloro che erano in grado di offrire maggiori garanzie. «Un’iniziativa presa - ha detto ieri la presidentessa della “Cuccia” Laura Grassi - in assenza di qualsiasi indicazione sulle procedure all’inzio di questa vicenda e con l’esclusivo obiettivo di proteggere i cuccioli, già provati per questa penosa vicenda».
Di liste predisposte dai singoli rifugi in cui sono stati distribuiti gli animali però non si tiene in alcun conto nelle disposizioni del pm udinese. Da qui il caos che ha indubbiamente colto alla sprovvista il rifugio monfalconese dove, peraltro, in questo momento non si trovano più cuccioli in quanto dirottati presso volontari e veterinari della zona. Anche perchè il pm Del Tedesco ha voluto precisare che «non sono previste altre procedure di richiesta di affidamento oltre a quelle che sono state stabilite», oltre al fatto, però, «che potrebbe verificarsi la circostanza che alcuni cuccioli non possano lasciare i canili o le strutture sanitarie in quanto le condizioni di salute non lo consentono».(f.m.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo