“Assalti” e volantini fuorilegge: piovono critiche sui no-global
Passi l’incursione tra le Sentinelle ultracattoliche a Ponterosso. Passi il blitz sotto Casa Salvini (al secolo la sede locale di una Lega Nord che sta macinando i sondaggi inneggiando all’ultralegalità) con tanto di poliziotti (un paio) ammaccati alle gambe. Ma Ponte Curto no. Quello, ai triestini, non lo dovevano toccare, evidentemente. A guardare la levata di scudi sui social network contro i volantini appiccicati sulla balaustra trasparente di Passaggio Joyce, gli ultrantagonisti di sinistra che orbitano attorno alla Casa delle culture di Ponziana sembrano essersi mangiati buona parte dei crediti di pazienza, se non di simpatia, su cui ancora contavano in città.
Il profilo Fb di Roberto Cosolini (sindaco di sinistra ma, altrettanto evidentemente, molto meno ultra...) è diventato in queste ultime ore una specie di sfogatoio antidisobbedienti. E se solo si prova a leggere per bene i nomi e cognomi di chi commenta senza nascondersi dietro un nickname, per lo meno quelli di chi a Trieste è persona più o meno pubblica, ci si rende perfettamente conto che le critiche non stanno mica grandinando solo da destra. Sarà per l’escalation di episodi di cronaca di cui i no-global si sono resi grandi protagonisti nelle ultime settimane, ma siamo per davvero a tassi di insofferenza generale decisamente elevati. «Anche oggi la città si è svegliata ferita da un gesto di inciviltà, domani mattina verrà eseguito l’intervento di pulizia straordinario», postava ieri Cosolini mettendoci accanto la foto di un Ponte Curto tappezzato di manifestini antirazzismo. La stura di un risentimento diffuso.
«Sono gli stessi che occupano abusivamente e a nostre spese, visto che lo stabile è Ater, un edificio di Ponziana», uno dei tanti sibili via Fb. «Peraltro gli stessi che spengono le candele alle Sentinelle in piedi che stanno manifestando, piaccia o non piaccia per cosa... evidentemente a questi manca la cultura del rispetto», l’osservazione della radicale Clara Comelli, per citarne una. Si legge quindi di «ignoranza», «di «gentaglia», di «gente schifosa», della «madre dei cretini» che «è sempre incinta, ma qua sappiamo chi sono e non si può far finta di niente, sindaco fai il cattivo», esorta un’interlocutrice. «Comunque xé i stessi muli che ga messo a posto el giardineto che desso xé diventà orto... iera meo prima?», la voce fuori dal coro, cui si accoda una raffica di parolacce e termini “forti” a difesa della protesta antagonista: «Brucino le telecamere, soffrano i politici, si occupino gli edifici e trionfi la povera gente. Che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori». Scomodata la poesia di De Andrè , l’ultrattivo ex An Roberto Dubs non si commuove: «Se al primo cittadino mancherà il coraggio di mettere davanti alle ideologie politiche della sinistra il rispetto della legalità, mi occuperò io stesso di sporgere denuncia presso la autorità competenti».
«Domani alle 11 al Ponte Curto terremo una conferenza stampa, alla quale vi invitiamo, a proposito degli avvenimenti di venerdì 12 dicembre: i volantini antirazzisti, il cosiddetto “assalto” alla Lega e altro», si legge in una mail inoltrata al Piccolo ieri a firma «Casa delle culture occupata», che dà appuntamento proprio a stamani. Luca Tornatore, tra i leader morali dei disobbedienti di casa nostra, sempre ieri ha preferito non rilasciare interviste rimandando proprio alla conferenza stampa nel nome del pensiero collettivo della Casa delle culture. Poco prima aveva inviato al Piccolo una mail in cui si era riferito, in particolare, a venerdì: «L’episodio di confronto con la polizia è durato un attimo e non si è trattato di scontri. Si è provato ad arrivare alla soglia della Lega per attaccare dei volantini per terra, lungo il marciapiede. Ci è stato impedito con la violenza, e nel respingerci un paio di agenti hanno urtato contro i carrelli che ovviamente erano lì, dove altro dovevano essere? Vi appare congruo definire ciò un “assalto” e parlare di “scontri”?».
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