Assalì il ragazzo che lo aiutava, a processo
Accusa di tentato omicidio per l’uomo che in preda all’alcol colpì con una bottiglia rotta un giovane ferendolo gravemente
Lasorte Trieste 17/08/07 - Barcola - Sardon Day
Prima all’addome, poi al fondoschiena e infine, quando la vittima ha cercato di proteggersi, pure al braccio. È accusato di aver voluto uccidere, Zdravko Brajdic, il quarantanovenne di origini croate che una sera dell’estate di due anni fa, a Barcola, aveva aggredito con una bottiglia di vetro rotta un ragazzo di vent’anni.
Nell’udienza preliminare dell’altro giorno, davanti al giudice Luigi Dainotti, l’uomo ha chiesto il rito abbreviato. Va dunque dritto a processo con l’accusa di tentato omicidio. L’udienza è fissata per il prossimo 8 novembre. La vicenda, all’epoca, era stata facilmente ricostruita dalla polizia, intervenuta sul posto, grazie alle primissime testimonianze. Siamo a inizio giugno. Zdravko Brajdic, sfatto di alcol, inizia a importunare un gruppo di quattro giovani che in quel momento sta festeggiando la fine della scuola, dopo aver mangiato una pizza. Sono seduti vicino alla fontana della Pineta. Il croato punta le ragazze, le apostrofa con parole pesanti. Uno dei giovani, M.S., dopo un po’ si alza e cerca di allontanare il balordo. Lo spinge. Lui, ubriaco com’è, perde l’equilibrio e cade. La bottiglia che tiene in mano, sembra di limoncello, si rompe. Il ventenne, che in base alle ricostruzioni non voleva far del male al molestatore, cerca quindi di aiutare il croato. Si avvicina tendendogli la mano, così da farlo rialzare. È in quell’istante che Brajdic, come in preda a un raptus, si avventa sul ragazzo con il collo della bottiglia. Lo prende all’addome con una raffica di fendenti. Mentre la vittima tenta di difendersi, l’aggressore colpisce anche l’avambraccio sinistro, toccando un’arteria, oltre che il gluteo e altre parti del colpo. Il giovane perde sangue e rischia di morire di emorragia. Tutto sotto gli occhi terrorizzati degli amici, due dei quali vengono feriti mentre cercano di aiutare il compagno per terra.
Le altre persone presenti cercano di soccorrere il ventenne come possono: qualcuno riesce anche a compiere una manovra di urgenza. Poco dopo sopraggiunge un’ambulanza; i sanitari si rendono immediatamente conto delle gravissime condizioni del ferito, riverso sul selciato, che perde moltissimo sangue. Ormai è privo di sensi. Si teme il peggio. Ma i medici e gli infermieri del 118 riescono a salvarlo e a portarlo a Cattinara, dove viene ricoverato. Il personale sanitario utilizza anche il “tourniquet”, un particolare laccio emostatico che serve a fermare il flusso sanguigno.
Sono gli agenti della Squadra volante ad arrestare il quarantanovenne. Per i magistrati, al momento, non ci sono dubbi: l’aggressione del croato, tutelato dall’avvocato Stefano Briscik, non è affatto una rissa ma si configura come un vero e proprio tentato omicidio, peraltro aggravato dal fatto che il quarantanovenne, ubriaco, ha agito per futili motivi. Non una provocazione, un’offesa o altro. Solo, a quanto risulta, il desidero di ammazzare chi, tra l’altro, cercava di aiutarlo a rimettersi in piedi. Non si spiega altrimenti la furia del croato che si avventa all’improvviso su un gruppetto di studenti brandendo nell’aria una bottiglia di superalcolico spezzata.
Doveva essere una serata tra amici per festeggiare in allegria la fine della scuola, come se ne vedono tante soprattutto nel lungomare di Barcola. La zona, come noto, durante l’estate è piena di ragazzi, grazie anche alla presenza dei chioschi. Un ritrovo tra compagni cominciato con una cena in pizzeria, che per pochissimo non si è trasformato in una tragedia. Il Tribunale riprenderà in mano il fascicolo, come detto, tra qualche giorno: l’8 novembre la prossima udienza con rito abbreviato.
Il croato, che in questo periodo si trova già detenuto nel carcere di Trieste per altre vicende giudiziarie, rischia dunque di restare in galera a scontare un’altra pena.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video