Ass1, 38 milioni ai privati per ridurre le liste d’attesa a Trieste
Ci sono almeno 15 settori della sanità triestina con liste d’attesa oltre i termini o a rischio di sforamento, tra questi anche gli interventi chirurgici per tumori a prostata, rene, vescica. Mentre continuano le fughe di pazienti fuori regione nel campo dell’Ortopedia e delle risonanze magnetiche. Per far fronte a soldi che calano e servizi che mancano solo in alcuni casi si elaborano nuovi protocolli di priorità per dare precedenza ai casi più urgenti, in tutti gli altri (su impulso e con fondi della Regione, e parliamo dei provvedimenti della Giunta Tondo) si amplia il ricorso a strutture, ambulatori e medici privati.
I dati dell’Azienda sanitaria che tiene sotto controllo le liste d’attesa (anche in area Isontina) e gestisce il budget complessivo dicono che sui privati è dirottata una somma che rappresenta circa il 10% del finanziamento anche se la somma globale, per “spending review”, deve ogni anno scendere dell’1% rispetto al 2011. Il bilancio 2013 dell’Azienda sanitaria è di quasi 395 milioni e circa 38 servono per gli “accreditati”. «Nel 2013 - afferma il direttore generale Fabio Samani - tenuto conto del tetto di spesa imposto dalla Regione, l’acquisto di prestazioni di ricovero e ambulatoriali è stato di 37 milioni e 735 mila euro. In forza della legge regionale del 2009 sulle liste d’attesa, abbiamo avuto inoltre 207 mila euro in più, di cui ai privati accreditati sono andati 162 mila euro (il resto della cifra è stata investita per aumentare le attività ambulatoriali svolte dai distretti e dal Centro cardiovascolare). In più, per aumentare l’attività ambulatoriale dei medici e degli psicologi dipendenti e convenzionati interni è stata dirottata qui la somma di 193 mila euro tratta dalle Risorse aggiuntive».
A somma invariata, «si rimodula l’offerta nei settori nei quali si evidenzia un aumento dei tempi» dice Samani. Ma sulla base dei continui monitoraggi, l’Ass1 fa l’elenco dei punti critici e “sorvegliati speciali”: «Ecografia dell’addome, risonanza magnetica del cervello, del tronco encefalico, della colonna; esofago, gastro e duodenoscopia; elettromiografie; visite cardiologiche, endocrinologiche, fisiatriche, gastroenterologiche, ortopediche». Più, come detto, certe operazioni di tumore.
Ma se la legge regionale aveva autorizzato aumento di spesa per acquisto di maggiori prestazioni dei privati (non per aumento di servizi interni), in campo entrano adesso nuovi procedimenti di priorità, e non solo più ambulatori. A ottobre parte per la Ginecologia l’applicazione dei criteri di urgenza che il medico di famiglia segnalerà sulla ricetta: urgente, breve, differita, programmata. Stessa cosa per fisiatria, «dove è previsto che in alcuni casi la riabilitazione sia prescritta direttamente dall’ortopedico per facilitare il percorso delle persone». Codici di urgenza anche per l’Odontostomatologia.
In coda i problemi irrisolti: «Protesi d’anca e risonanza magnetica della colonna vertebrale - dice Samani - sono le prestazioni per le quali soprattutto si registra la fuga di pazienti: è necessario aumentare l’offerta. Quest’anno, grazie alla riduzione della tariffa regionale per interventi di cataratta abbiamo recuperato fondi per aumentare le operazioni di protesi di anca, per invertire il trend di fuga verso il Veneto».
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