Ass isontina, impossibile tagliare l’apparato burocratico

Il personale amministrativo dell’Azienda sanitaria equivale appena all’8% della dotazione organica e le riduzioni non possono che concentrarsi su medici e servizi
Di Francesco Fain
Doctor rushing in hallway
Doctor rushing in hallway

Demagogia nella peggiore delle ipotesi. Scarsa conoscenza della macchina operativa aziendale in quella migliore.

Non ci sono più dubbi: chi continua a sostenere che i tagli alla sanità isontina (parliamo di 16 milioni di euro) si possono “assorbire” sforbiciando i costi dell’apparato burocratico e del personale amministrativo fa un ragionamento errato, fuori dalla realtà. E ci riferiamo a più di qualche sindaco e a diversi consiglieri comunali i quali hanno coniato uno slogan: «Più dottori e più infermieri e meno impiegati».

Perché sosteniamo ciò? Il motivo è sin troppo semplice. Il peso del personale amministrativo sul totale della dotazione organica dell’Azienda sanitaria isontina è minimale. Lo possiamo sostenere senza ombra di smentita perché la stessa Ass ci ha messo a disposizione una serie di statistiche che parlano da sole e che riassumiamo nei grafici in alto e a lato.

L’organico

dell’Ass isontina

L’Azienda sanitaria ha un organico pari a 2.005 unità. Di queste 1.424 (il 71%) hanno ruoli sanitari: si va dai primari ai medici, dagli infermieri agli Oss. Quattrocentosedici persone (pari al 20,7% del totale) lavorano nel settore tecnico e si occupano di tutte le manutenzioni: da quelle edilizie a quelle che riguardano più specificatamente le apparecchiature e i macchinari; 163 sono i cosidetti “amministrativi” che qualcuno vorrebbe tagliare risolvendo magicamente tutti i problemi finanziari della sanità isontina: costituiscono l’8,1 per cento del totale. Ah dimenticavamo, ci sono due persone che sono inquadrate nel ruolo professionale. Questi dati sono aggiornati al 2013 e non fanno altro che confermare l’impossibilità di risolvere tutti i problemi tagliando un apparato amministrativo che già è ridotto ai minimi termini. «Peraltro - fanno notare ambienti dell’Ass isontina - se si va a “spolpare” ulteriormente la struttura, potrebbe essere più facile chiudere l’Azienda sanitaria perchè è l’autosufficienza amministrativa uno dei requisiti più importanti per garantire l’autonomia».

Storicamente, nell’ultimo decennio, l’anno che ha avuto maggiore presenza di personale amministrativo è stato il 2006 con 189 persone impiegate in tale settore. Vero è anche che il totale dell’organico dell’Ass isontina era più consistente: 2.032 dipendenti complessivamente.

I tagli

sui servizi

Fatta tutta questa lunga premessa, arriviamo al cuore del problema. È chiaro che di fronte a tagli che ammontano a 16 milioni di euro, l’Ass isontina non può che ridimensionare i servizi. Altro che riqualificazione della spesa. «Questi numeri - ha denunciato nei giorni scorsi Enrico Gherghetta, presidente della Provincia - rischiano di non garantire più il servizio sanitario da ottobre in avanti». Perché da ottobre in avanti? «Perché il bilancio, con le risorse attuali, copre il fabbisogno e tutte le necessità sino a quel mese. Poi, si vedrà», il suo grido d’allarme.

Peraltro, gli organici sanitari dell’Azienda isontina sono già ridotti all’osso. Come denunciano periodicamente i sindacati, la situazione è difficile. E riguarda tutte le categorie che lavorano in sanità: dagli infermieri agli operatori socio-sanitari, ai tecnici di varia specializzazione, agli operatori tecnici. Purtroppo, questo vale anche sul territorio. Infatti gli organici dell’assistenza domiciliare sia dell’Alto che del Basso isontino, sono i più magri della Regione Friuli Venezia Giulia. Quali sono i reparti più in difficoltà? Il tema del sovraffollamento delle medicine è presente in tutta la regione e dovrebbe prevedere una riorganizzazione del sistema che punti a superare questa cronica difficoltà. Ma non ci sono reparti che nuotano nell’oro. E i livelli di stress del personale salgono perché gestire persone malate non è una passeggiata.

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