Asini in fuga sul Vallone, sfuggiti al controllo grazie ad un varco

Gli animali al pascolo nell’area carsica gestita da 5 allevatori sono scappati nonostante il monitoraggio satellitare
Bonaventura Monfalcone-11.02.2017 Progetto Carso-Ronchi dei Legionari e Doberdò del Lago-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.02.2017 Progetto Carso-Ronchi dei Legionari e Doberdò del Lago-foto di Katia Bonaventura

Gorizia, gli asinelli scorrazzano sul Vallone

RONCHI Gli asini a zonzo lungo l’ex strada provinciale che, da Ronchi dei Legionari porta a Doberdò del Lago? Non è certo un’iniziativa propria di questi simpatici animali. Non sono capaci di violare autonomamente le recinzioni, invece, non di rado, succede che alcuni rami cadano e spacchino gli sbarramenti, ma anche che qualcuno si diverta a tagliargli. Così gli asinelli trovano un varco utile ed escono allo scoperto, rischiando, però, di far succedere un incidente. Sono animali di proprietà privata e sono le aziende che hanno avuto in concessione i terreni per il pascolo a doversene occupare. Ed anche, così sembra, a pagarne le conseguenze se dovesse accadere qualcosa.

Asini liberi sulla carreggiata pericolo sulla strada di Selz


Alcuni anni fa, l’Ispettorato agrario e forestale di Trieste e Gorizia ha permesso l’occupazione temporanea di parte del territorio del Carso isontino. Riguarda circa 700 ettari, gestiti da cinque allevatori locali, pascolati da un centinaio di asinelli ed una cinquantina di mucche. Che, ovviamente, tendono a scappare, spinti dalla forte curiosità, se viene offerta loro l’occasione. Proprio com’è successo nelle scorse ore. La loro presenza è controllata, monitorata, anche attraverso l’utilizzo di speciali applicazioni satellitari. Il Dipartimento di scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, responsabile della parte scientifica del progetto, segue l’evoluzione del territorio dalle immagini ottiche satellitari fornite dall’Agenzia Spaziale Europea ogni cinque giorni. In pratica vangono verificate le rotazioni delle greggi, tramite rilievi sul campo delle specie botaniche presenti e della loro frequenza e immagini satellitari in grado di valutare la biomassa verde presente.

Ma non è sempre facile intervenire tempestivamente. Anche perché non sempre si riesce a pattugliare il Carso come si dovrebbe e, quindi, scoprire se ci sono punti in cui la recinzione è stata tagliata o ha subito un danno. Gli allevamenti sul Carso, da qualche anno sono ormai una realtà che si fa largo e che spinge l’economia.

Da Ronchi dei Legionari fino a Doberdò del Lago la pastorizia, un tempo fonte di sostentamento e di lavoro per tante famiglie, è tornata ad occupare le pendici carsiche. E non è difficile accorgersene, anche se questa attività non ha mancato di creare anche delle polemiche. C’è, infatti, un fronte contrapposto. Quello che mette in luce come quei recinti apparsi tra Ronchi dei Legionari e Doberdò del Lago abbiano privato le persone della libertà di passeggiare sul Carso liberamente.—


 

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