Asili nido, a Trieste boom di domande ma fondi insufficienti
TRIESTE Boom di domande per i contributi comunali a sostegno della frequenza ai nidi. Tanto che i fondi si sono rivelati insufficienti: saranno distribuiti dando la priorità a chi ha l’Isee più basso. Ecco, in sintesi, la risposta ai dubbi che più di qualcuno ha sollevato, vedendosi escluso dall’erogazione dei benefici. Stanziati a partire dal 2016, servono all’abbattimento dei costi effettivi sostenuti dalle famiglie per la frequenza dei servizi educativi a gestione privata, del privato sociale e delle “sezioni primavera” pubbliche e private: si tratta, in ogni caso, di bambini fino a tre anni d’età.
Sono 53 mila gli euro messi a disposizione dall’apposito Regolamento, contro gli oltre 165 mila (165.156,06 per la precisione) che sarebbero necessari, secondo i calcoli, a soddisfare tutte le richieste pervenute nel frattempo al Comune. L’anno scorso, tra settembre e novembre, 150 famiglie avevano infatti presentato domanda di contributo agli sportelli dei Servizi educativi integrati, a rimborso dei costi sostenuti nel 2016-’17. Tra i principali requisiti d’idoneità, il fatto che almeno un genitore fosse residente o lavorasse sul territorio regionale da almeno un anno, nonché l’Isee inferiore o uguale a 30 mila euro: entro questa soglia, i redditi sono poi stati suddivisi in ulteriori quattro sottofasce.
Le quali sono servite a stabilire il criterio di erogazione dei fondi, dopo che questi si sono dimostrati insufficienti all’accoglimento di tutte le domande. Dei 53 mila euro totali, circa 23 mila (22.944,68) sono “congelati”: spetterebbero a 7 aventi diritto di prima fascia, che saranno però prima sottoposti a controlli da parte dell’Ufficio Imu, Tasi e Contrasto evasione erariale. I restanti 30 mila euro (30.055,32) saranno liquidati proporzionalmente ai redditi (partendo ovviamente da quelli più bassi) agli appartenenti alla prima e a parte della seconda fascia, fino ai 10.024 euro di Isee.
A chi tra gli esclusi protesta, l’assessore comunale all’Educazione Angela Brandi ricorda il quarto punto del bando: «I contributi sono erogati nei limiti delle risorse finanziarie disponibili». «Dispiace per chi è rimasto fuori, tuttavia la cifra si somma agli altri interventi di abbattimento delle tariffe, giustamente operati dalla Regione – aggiunge Brandi –: auspichiamo che i prossimi governi, sia nazionale sia regionale, portino avanti politiche per la famiglia in grado di incentivare la frequenza agli asili nido. Il compito di un Comune è infatti quello di assicurare i servizi, più che l’abbattimento dei costi. Ecco perché abbiamo 18 nidi comunali, altri 18 in convenzione e andiamo verso l’ampliamento». Per conoscere l’esito della propria domanda, il richiedente deve inserire il suo codice fiscale nell’apposito motore di ricerca sul sito www.triestescuolaonline.it.
Intanto è uscito il bando regionale per l’abbattimento delle rette, rivolto ai nuovi iscritti ai nidi d’infanzia comunali, a quelli convenzionati e agli spazi gioco per l’anno 2018-’19. La domanda va presentata entro il 31 maggio allo sportello unico del Servizio scuola ed educazione di via del Teatro romano 7/f. Il modulo è scaricabile al link www.retecivica.trieste.it/procedimenti/allegati/521_benefici_regionali_tariffe_1819. pdf.
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