Asili, guerra tra precari sul sì al concorso

La Cgil contro Cisl, Uil e Ugl: «Occasione unica per stabilizzare 166 posti». Il pallino ora è nelle mani del Comune: la deroga della Regione c’è
Di Piero Rauber

Monta ancora il dibattito - tra gli educatori e gli ausiliari di nidi, materne, ricreatori e rientri pomeridiani gestiti dal Comune - se sia un bene o un male che l’amministrazione Cosolini bandisca un concorsone per 166 nuovi posti fissi. Monta perché si vanno divaricando le due visioni sindacali che si stanno facendo interpreti, cavalcandole, le ansie e le aspettative dei lavoratori. E tra queste è scontro frontale, ormai.

LA POLEMICA

«È disdicevole che dei sindacalisti facciano leva sulla paura, evocando l’arrivo delle carovane dal Sud di gente pronta a togliere il lavoro a quella del posto, non capiscono che l’occasione è unica e basta saperla cogliere chiedendo al Comune di lavorare bene sui punteggi del bando a vantaggio dei precari locali», attacca Oreste Fella dalla segreteria Cgil-Fp. Il suo dito è puntato sul fronte dei contrari al concorsone, incarnato da Cisl, Uil e Ugl, secondo cui lo stesso concorsone potrebbe far rima con trappolone, pertanto in attesa di una nuova legge blinda-stabilizzazioni è meno rischioso restare precari e aspettare di farsi richiamare di anno in anno. «Preferisco dire la verità piuttosto che illudere la gente come fa qualcun altro», ribatte il delegato Cisl-Fp Walter Giani.

LE ASSEMBLEE

Era stato proprio il fronte della triplice rivista (l’Ugl al posto della Cgil) ad alzare per primo la voce, comunicando l’esito delle proprie assemblee con maestre, bambinaie, educatori e ausiliari: niente concorso, troppo rischioso, se va male siamo fuori per sempre e non ci prendono più neanche con contratti a termine, era stato il mandato ricevuto da Giani e compagnia. Ora però, alla luce dell’assemblea convocata in seconda battuta nella sede del Cral del Porto, in Stazione marittima, è la Cgil a fare la voce grossa: «Saranno state più di duecento persone, è stato un confronto di due ore alla presenza dei delegati al termine del quale ho notato lavoratori contenti, che avevano capito», racconta Fella.

LA LINEA PRO-CONCORSO

«I tre quarti - prosegue Fella - hanno votato a favore del darci il mandato di chiedere all’amministrazione di bandire il concorso, dato che si tratterebbe di stabilizzazioni a costo zero di 166 posti precari, stima che era uscita dal tavolo tecnico chiesto da noi della Cgil e concordato col sindaco Cosolini dopo il suo insediamento». «La verità - ancora Fella - è che il lavoro precario, se resta tale, peggiora. L’unica possibilità è renderlo stabile. Chi ci dice, nei tempi in cui viviamo, cosa potrà succedere fra qualche anno, se è vero che già in altre amministrazioni si sta pensando ad esternalizzazioni anche dei servizi educativi, se non a riduzioni per mancanza di risorse? Già oggi ci sono ausiliari che lavorano un anno sì e uno no perché una volta presentano un Isee più basso e quella dopo ne hanno uno più alto proprio perché hanno lavorato. Evidentemente certi sindacati sono conservatori, hanno l’obiettivo di preservare questa precarietà. La stabilizzazone prevederebbe prima un bando di mobilità interna nel Comparto unico regionale. Temono forse le carovane delle maestre di Paluzza con già in mano un contratto a tempo indeterminato? Poi, nel bando rivolto a tutti all’esterno, ci sarebbe la riserva del 40% per chi ha lavorato almeno 12 mesi nel Comune di Trieste. Non sono garantiti quei posti, è vero, ma anche per il restante 60% si può lavorare sui punteggi, riconoscendo delle quote alte ai titoli formativi e alla continuità educativa, ad esempio». Ma quanti, di quei 166 posti, la Cgil presume possano essere alla fine occupati dagli attuali precari di casa? «Mi auguro tutti e 166, per questo abbiamo fretta», chiude Fella.

IL PALLINO AL COMUNE

Il Comune, a questo punto, non ha più alibi. È chiamato a decidere se accogliere le insistenze della Cgil o sposare la linea di Cisl, Uil e Ugl. La deroga su misura della Regione al blocco del turn-over, infatti, come sollecitato un paio di mesi fa proprio dalla Cgil in un incontro coi consiglieri regionali triestini, da ieri c’è. Lo annuncia in una nota Alessia Rosolen di Un’altra Trieste/Regione: «Sono particolarmente felice di essere riuscita a far approvare un emendamento nella legge Omnibus che dà la possibilità al Comune di far assumere il personale precario dei servizi educativi».

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