Asili e Sis, tariffe “inchiodate” pure nel prossimo anno scolastico

Lo dispone la delibera dell’assessore Brandi approvata dalla giunta. Nessun adeguamento Istat

TRIESTE Non c’è ragione per ritoccare all’insù le tariffe dei servizi educativo-scolastici comunali. E neppure di effettuare l’adeguamento Istat alle bollette inviate alle famiglie dei piccoli utenti. Il Comune percepisce la malaparata, che rischia di allagare l’intero 2020, e mette i ferri in acqua già in preparazione della prossima annata scolastica 2020-21.

Coronavirus, scuole chiuse e figli a casa: rette scontate alle famiglie
Una delle scuole chiuse a Trieste


Nessun aumento per “nidi”, scuole d’infanzia, servizio di integrazione scolastica (Sis): lo ha statuito la delibera, portata ieri pomeriggio in giunta dall’assessore competente Angela Brandi. Un esecutivo riunitosi in forma inedita nell’aula del Consiglio, per mantenere le distanze regolamentari. Presenti tutti gli assessori, sparpagliati nei banchi (anche dell’opposizione). Numerose le mascherine precauzionali.

L’assessore Brandi ha preferito indossare una sorta di chador, pur senza aver abiurato.

Il provvedimento, richiesto dalla titolare dell’Educazione, era passato al vaglio della ragioneria.

In sede di dibattito giuntale il vicesindaco Paolo Polidori ha espresso qualche perplessità ma alla fine la Brandi ha avuto la meglio, insistendo sulla portata sociale della decisione. L’eventuale incremento tariffario - recita la delibera - «potrebbe... rappresentare un costo potenzialmente critico per le famiglie, stante la persistente situazione di disagio e difficoltà soprattutto dei nuclei più deboli nell’affrontare i costi quotidiani della vita». Situazione peggiorata in seguito all’emergenza sanitaria, che si fa sentire sulle attività lavorative e sulle condizioni reddituali.

Le riserve dell’area finanziaria si appuntavano sul fatto che nel periodo gennaio 2019 - gennaio 2020 l’aumento Istat è risultato pari allo 0,5%. In teoria si sarebbe dovuto ricalibrare le tariffe in base a tale percentuale, che in cifra assoluta avrebbe significato 29 mila euro rispetto a un dato complessivo di entrate per i servizi educativo-scolastici pari a cinque milioni e 800 mila euro.

Il ragionamento della stessa Brandi, sostenuta dalla dirigente Manuela Salvadei, corre sulla relativa esiguità dell’incidenza Istat sugli incassi municipali, quando al contrario una variazione della tariffa si sarebbe fatta sentire dolorosamente sul bilancio di una famiglia (caso mai con più figli).

Da ciò la volontà politica di non inasprire i costi. Importante chiarimento, perché nulla è scontato: anche le tariffe, relative al periodo estivo 2020, resteranno inalterate.

È altresì opportuno specificare che ogni anno si procede alla rivisitazione tariffaria e all’aggiornamento Istat in considerazione di eventuali scostamenti riguardanti i prezzi al consumo e i costi sostenuti nell’erogazione dei servizi. Nelle annate 2015-16, 2016-17, 2017-18 non vennero apportati adeguamenti Istat - spiega la delibera - in quanto gli indici erano negativi o appena superiori allo zero. Nel 2018-19 l’indice Istat fu più rilevante ma non venne immesso in bolletta.

Infine, la Brandi è all’opera su un’altra delibera di carattere tariffario, anch’essa motivata da motivi di equità sociale. «Per analogia» si sospenderanno i pagamenti riguardanti il servizio mensa - in quanto non effettuato - nelle scuole d’infanzia private convenzionate, nelle scuole d’infanzia statali, nelle scuole primarie, in alcune medie inferiori e nel servizio di integrazione scolastica.—

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo