Ascensore per il castello, un altro stop
Potremmo definirlo un intervento «ad ostacoli». Non bastassero le prescrizioni della Soprintendenza, non bastasse il fascicolo aperto di recente dalla Corte dei conti e oggi si stanno moltiplicando sempre più le voci di presunte difficoltà finanziarie della ditta che sta realizzando l’ascensore per il Castello di Gorizia: difficoltà che, se confermate, andrebbero ad appesantire ulteriormente la tempistica di realizzazione dell’impianto di risalita.
A rivelare che la situazione non è tutta “rose e fiori” è il sindaco Ettore Romoli nella sua doppia veste di assessore comunale ai Lavori pubblici. «Diciamo che è una lotta contro il tempo - esordisce -. Sono stato informato che, a causa della crisi, la ditta sembrerebbe passare un momento difficile sotto il profilo economico. C’è, comunque, la speranza che si possa trovare una soluzione per poter riprendere i lavori nel cantiere dell’impianto di risalita. I prossimi giorni saranno decisivi per avere un quadro più preciso».
Il rischio reale, se tutti i tentativi dovessero andare a vuoto, è di dover riappaltare l’opera ad un’altra azienda con tutto ciò che ne deriverebbe in termini di cronoprogramma e tempistica. «Quando un’opera nasce male finisce con il proseguire peggio - allarga le braccia Romoli -. Non vorrei che, dopo quasi due anni di interruzione dei lavori a causa del muretto tutelato dalla Soprintendenza, dovessimo assistere ad un nuovo stop del cantiere. Su questo intervento l’opposizione mi sta facendo la guerra ormai da quando sono sindaco, pur sapendo che si tratta di un’opera pubblica che non ho scelto io ma che ho soltanto ereditato dalle precedenti amministrazioni». Sullo sfondo, poi, c’è l’indagine aperta dalla Magistratura contabile. Come si ricorderà, nel marzo scorso, la Corte dei conti aveva aperto un fascicolo proprio sull’impianto di risalita al Castello di Gorizia, quello che per comodità (e semplicità) abbiamo chiamato sempre “ascensore”. Quattro erano stati i rilievi formulati attraverso una lettera che è stata inviata all’amministrazione comunale. In primis, la Magistratura contabile chiedeva conto dei maggiori oneri per la realizzazione dell’opera.
Poi, si chiedeva alla giunta Romoli di fornire la preventiva valutazione dei costi di gestione. Terzo quesito: se fosse stata preventivamente richiesta la Valutazione d’impatto ambientale (Via). Last but not least, la Corte dei conti aveva voluto approfondire i motivi dell’interruzione dei lavori e l’ammontare dei relativi maggiori oneri previsti. In sintesi, una serie di richieste che permettessero di gettare luce su quello che è diventato, suo malgrado, uno degli interventi-telenovela nella nostra città.
Il sindaco, di fronte all’iniziativa della Magistratura contabile, reagì in questo modo: «Sono contento che la Corte dei conti abbia deciso di aprire un’inchiesta. Almeno, si potranno chiarire le eventuali responsabilità sugli eventuali ritardi». Ritardi che oggi rischiano pericolosamente di dilatarsi.
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