Ascensore panoramico sull’Ursus
Tre milioni destinati allo storico pontone, gigante scelto come simbolo dell’area

Si dovrà accontentare di 3 milioni (erano 5 e mezzo quelli promessi inizialmente). L’Ursus, il pontone galleggiante varato nel 1914 e completato nel 1933, è destinato a diventare il simbolo del Porto vecchio. Era candidato anche a diventare la mascotte del Parco del Mare al molo Fratelli Bandiera. Sopravvissuta a un conflitto mondiale e messa a dura prova dalle raffiche di Bora, la gru è rimasta un chiodo fisso del piano Cipe da 50 milioni di euro.
L’Ursus è rimasto operativo fino al 1994, poi fu abbandonato sino al 2004, quando la Fincantieri spa, ultima proprietaria, decise di non demolirlo, ma di donarlo alla Guardia Costiera ausiliaria. Nel luglio 2011 la Direzione regionale per i beni culturali decreta il pontone galleggiante Ursus di “interesse culturale” «quale importante testimonianza di archeologia industriale ed elemento rilevante del porto e della città di Trieste». Con un braccio a torre rotante su ralla di altezza di 75 metri con capacità di sollevamento di 150 tonnellate, l’Ursus è stato per molto tempo il pontone più potente. Inoltre è l’unico mezzo del genere interamente progettato e costruito in Italia. Nel 1975 l’Ursus venne sottoposto a importanti lavori con la sostituzione dei motori installati nel 1925 (uno dei quali è ancora visibile al Museo del mare di Trieste). Un gigante buono dell’archeologia industriale che qualcuno (il consigliere leghista Antonio Lippolis) considera un “obbrobrio” (e i soldi stanziati «buttati nel cesso») e che qualcun altro (Roberto Dipiazza) vorrebbe rottamare. «La prima notte di Bora taglierò gli ormeggi e lo lascerò libero di andare per l’Adriatico», ha dichiarato scherzando il primo cittadino il giorno della firma dell’accordo operativo. Le opere per l’Ursus riguardano il completo carenaggio, la messa in sicurezza dello scafo, la musealizzazione della sala macchine, di parte degli alloggi e delle aree comuni, il refitting della gru e l’installazione di un ascensore a scopo turistico (il pontone è alto 75 metri). «L’obiettivo principale del recupero del pontone gru - si legge nella relazione - è quello di poter rendere fruibile al pubblico il mezzo stesso, garantendone la sicurezza e il mantenimento dello stesso, portando a conoscenza le tecniche di costruzione» di inizio del secolo scorso. Inizialmente il costo stimato era pari a 5,5 milioni poi ridotto a 3. Si prevedono 38 mesi per il completamento dei lavori tra progettazione ed esecuzione. Poi l’Ursus, rimesso a nuovo, si offrirà anche come ascensore per il cielo.
(fa.do.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video