Ascensore di Gorizia, riparte il cantiere dopo la scoperta degli scheletri
Avviata la rimozione dei resti umani su cui verrà effettuato il test del carbonio 14 Bellan: «Prossima settimana riprendono i lavori. Via libera della Soprintendenza»

Bumbaca Gorizia 11.06.2020 Ripresi lavori ascensore Castello © Foto Pierluigi Bumbaca
GORIZIA «A breve ripartiranno i lavori di ultimazione dell’ascensore per il Castello nell’area dove sono emersi i resti umani. Incrocio le dita viste le vicissitudini che hanno caratterizzato questo cantiere negli ultimi anni. Non vorrei che scavando riemergessero gli scheletri dei cani della Dama bianca...».
Gorizia, sette scheletri riemergono dal cantiere del Castello
Usa l’arma dell’ironia Arianna Bellan, assessore comunale ai Lavori pubblici, facendo il punto della situazione su uno degli interventi più disgraziati della storia del Comune di Gorizia fra ditte fallite (due), il rinvenimento di un muro medievale, l’ultimo sviluppo riguardante gli scheletri. Ecco, così, che la cautela diventa massima quando si parla dell’impianto di risalita per il Castello su cui pare aleggiare una sorta di maledizione con colpi di scena a ripetizione.
L’altra mattina, come preannunciato, è stato effettuato un nuovo sopralluogo nell’area ai piedi del maniero interessata dai lavori per la realizzazione dell’ascensore dove, durante gli scavi, era stata rinvenuta una trentina di scheletri, fra cui anche quello di un neonato.

A fare il punto della situazione, insieme alla stessa assessora Arianna Bellan accompagnata dal Rup Mauro Ussai, l’archeologa Paola Ventura per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, l’archeologa Luciana Mandruzzato per l’impresa Arxe, un delegato della direzione dei lavori e i rappresentanti della ditta che sta effettuando l’intervento, il Consorzio “Compat s.c.a.” di Roma.
L’attenzione si è concentrata, in particolar modo, sulla striscia di terreno interessata dai lavori, da cui, in questi giorni, saranno estratti gli ultimi resti. Potrà così essere ripresa l’attività del cantiere, probabilmente già entro la prossima settimana, con la prosecuzione dell’intervento per il completamento dell’impianto di risalita che dovrebbe essere ultimato entro i primi mesi del 2021.
Nel frattempo, proseguiranno le indagini sugli scheletri e, di fondamentale importanza, sarà l’esame del carbonio 14, chiesto espressamente dalla Soprintendenza, per poter datare con esattezza il periodo in cui sono morte le persone di cui sono stati rinvenuti i resti. All’inizio della scoperta, si era propensi a collocare la datazione in tempi relativamente recenti collegandoli agli eventi della Prima o della Seconda guerra mondiale. Ma, successivamente, grazie anche al ritrovamento di particolari oggetti, si è fatta largo l’ipotesi di un periodo decisamente più lontano di qualche secolo, verso la prima metà del Settecento. Per la chiarezza definitiva, quindi, molto importante sarà, appunto, l’approfondimento con il carbonio 14.
«Innanzitutto, voglio ringraziare la Soprintendenza per il grande supporto che ci sta fornendo, in particolare attraverso il lavoro dell’archeologa Paola Ventura - aggiunge l’assessore Bellan -, la quale la prossima settimana ci trasmetterà una relazione dalla quale partire per l’inquadramento storico di questi ritrovamenti. Come Comune intendiamo favorire, in ogni modo, gli interventi volti a gettare luce su questo ulteriore mistero del nostro straordinario territorio che non finisce mai di sorprenderci. Un grazie anche all’archeologa Luciana Mandruzzato e a tutte le persone coinvolte in questo rinvenimento». —
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