Arvedi punta anche all’acquisto di Elettra
Risolta finalmente la questione Cip6 e rescisso il contratto tra Il Gruppo Lucchini e Elettra, Arvedi potrebbe tagliare la testa al toro e acquistare oltre alla Ferriera, anche la centrale elettrica: è la voce che circola in questi giorni all’interno dell’intero comprensorio di Servola. Impossibile avere conferme ufficiali in questa fase delicata in cui se un solo tassello non andrà nell’esatto posto l’intera operazione, già in ritardo sui tempi programmati, potrebbe saltare. Il cavalier Giovanni Arvedi ha detto chiaramente da subito di considerare essenziale nell’ambito del progetto triestino anche l’impianto termoelettrico attiguo alla Ferriera che è proprietà di Alix partners, fondo inglese con investimenti ramificati in tutto il mondo che ha già manifestato l’intenzione di vendere. In uno degli ultimi incontri tra Elettra produzione di cui è presidente Luca Ramella e i rappresentanti sindacali era stata prospettata l’ipotesi di un accordo commerciale: gas di risulta di altoforno e cokeria ceduti a Elettra per produrre energia elettrica con in cambio fornitura alla Ferriera che in questo modo avrebbe un risparmio sull’energia del 20-30%. Risolta anticipatamente la convenzione Cip6 con Elettra che ora potrebbe essere liquidata dal Gestore dei servizi energetici (Gse) con incentivi spettanti che secondo calcoli non confermati supererebbero i 57 milioni di euro, potrebbe aprirsi per Arvedi direttamente la possibilità dell’acquisto.
In mancanza ancora però di qualsiasi certezza stanno andando in fibrillazione anche i dipendenti di Elettra, oltre logicamente a quelli della Ferriera dove, a detta dei sindacati, negli ultimi mesi non sarebbe stato fatto alcun investimento sull’ammodernamento degli impianti. Ora però starebbe diventando imprescindibile un intervento immediato sull’altoforno e l’amministrazione straordinaria della Lucchini se prima non interverrà perlomeno il contratto d’affitto con Arvedi, starebbe attendendo solo la fine del momento culminante dell’inverno per procedere con l’operazione che richiederebbe lo stop e la messa in cassa integrazione di una buona fetta di lavoratori per almeno un mese e mezzo, lasso di tempo durante il quale però continuerebbe a funzionare a pieno ritmo la cokeria. Il procuratore facente funzioni Federico Frezza, citando lo studio commissionato a un perito, Marco Boscolo, ha quantificato in quasi 15 milioni di euro il preventivo economico per il rientro nei limiti di legge delle emissioni di fumi, polveri e gas dallo stabilimento esclusi gli scarichi e la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Francesco Rosato, amministratore unico di Siderurgica Triestina, la società del Gruppo Arvedi che subentrerebbe a Servola, ha preanunnciato possibili investimenti per 20-22 milioni. Nemmeno un euro però per le bonifiche che costituiscono un altro ostacolo di rilievo il cui superamento dovrà essere esplicitato nell’Accordo di programma. Per questo finanziamento si punta anche sul piano per l’acciaio dell’Unione europea che però vincola la concessione di sovvenzioni all’utilizzo di impianti di ultima generazione dai quali Arvedi evidentemente non potrà prescindere. (s.m.)
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