Arvedi “cede” la logistica della Ferriera
TRIESTE Dovrebbe essere l’asset con maggiori potenzialità di sviluppo dell’intero complesso siderurgico di Servola e soprattutto secondo chi si batte per la chiusura dell’area a caldo potrebbe essere anche un eccezionale serbatoio per la crescita dell’occupazione. Non sarà però Siderurgica Triestina, società proprietaria, a gestire la logistica, cioé le movimentazioni, oggi in forte crescita perché a servizio di tutte le aziende del Gruppo Arvedi, sulla banchina della Ferriera.
È passato un mese da quando i lavoratori hanno sentite chiare e inequivocabili le parole pronunciate all’assemblea del 22 settembre dal cavalier Giovanni Arvedi e poi riportate dai sindacalisti. «Ha prospettato la possibilità che le attività di banchina vengano esternalizzate a un’altra società», riferisce Cristian Prella (Failms). Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl) conferma e spiega anche come nuove preoccupazioni stiano montando all’interno di un organico aziendale già fortemente provato da anni di continui problemi. «Immediatamente abbiamo chiesto un incontro ai vertici aziendali per avere chiarimenti su questa specifica questione che ci allarma non poco - spiega - e il fatto che non ci sia stato ancora concesso accresce l’ansia perché ci fa intuire che sotto possa esserci qualcosa di spaicevole».
L’azienda interpellata ha fatto qualche ammissione. «É stata concepita una revisione dell’assetto attuale per rendere più efficiente e anche maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale la movimentazione interna dei materiali sui mezzi gommati e ferroviari - la dichiarazione rilasciata al Piccolo - i dettagli verranno comunicati ai rappresentanti sindacali in un incontro che si terrà probabilmente nella settimana entrante». Voci ufficiose riferiscono di venerdì 23 come data possibile.
Per la fine di quest’anno è fissato il target di un traffico complessivo nel 2015 di due milioni di tonnellate di rinfuse solide. Ma un paio di decine di navi con decine di migliaia di tonnellate di materiali, dato l’improvvisa crescita del traffico dopo anni sottotono, sono state fatte arrivare e partire anche dalla vicina banchina dello Scalo Legnami. Walter Preprost, amministratore delegato di General cargo terminal la società che gestisce lo Scalo Legnami, nega decisamente che possa essere la sua società ad ampliare il proprio raggio d’azione fino alle movimentazioni sulla banchina di Servola. Tutta l’area è comunque in fermento perché a breve dovrebbero finalmente partire i lavori per la Piattaforma logistica che sorgerà proprio tra Servola e lo Scalo Legnami assieme ai quali potrebbe andare a costituire un unico megaterminal.
«Il progetto industriale di Arvedi per Servola poggia su tre gambe - commenta Antonio Rodà (Uilm) - e cioé l’area a caldo, il laminatoio e la banchina. Se si taglia una rischia di saltare il tavolo perché le preoccupazioni si riferiscono sì alla sorte dei lavoratori oggi occupati nella logistica per i quali potrebbe non esserci certezza di passaggio nella nuova società, ma anche perché si rischia di indebolire l’assetto generale della fabbrica che deve far capo a un’unica società essendo oltretutto questi settori compresi all’interno di un unico perimetro». «Il Piano industriale vive dell’esistenza di tre segmenti - aggiunge Salvaneschi - ma non si è mai parlato di spacchettamento».
In realtà un precedente c’è. Ancora il 9 settembre 2013 l’allora amministratore delegato di Siderurgica Triestina Francesco Rosato aveva affermato riguardo all’occupazione: «Alla fine ritengo che vi sarà posto per tutti perché non ci sarà un'unica società. Intenzione di Arvedi è infatti anche di sfruttare fortemente la banchina che verrà però gestita non dalla Siderurgica triestina, ma dalla Servola spa che esiste già. Una terza società, magari una di quelle già operanti nell'ambito del Gruppo oppure da costituire, dovrebbe infine occuparsi del settore delle lavorazioni a freddo. La Siderurgica triestina dunque gestirà esclusivamente la Ferriera». Una dichiarazione senza alcun seguito fino al mese scorso.
Nel frattempo, il 23 luglio scorso, il Comitato portuale ha approvato un provvedimento di anticipata occupazione demaniale a Siderurgica Triestina per quanto riguarda la banchina e il retrobanchina. Un provvedimento senza scadenza che doveva aprire la strada a quella che sarà la concessione trentennale evitando che si continui a procedere con reiterate miniconcessioni estremamente limitate nel tempo e che permette alla società di pianificare e fare i cinque milioni di investimenti infrastrutturali sulla banchina stessa oltre che di programmare l’attività di sbarchi e imbarchi anche a lungo termine.
La paura inconfessata o inconfessabile dei dipendenti è che lo smembramento in tre società renderebbe alla fine più semplice anche la chiusura dell’area a caldo con la liquidazione di Siderurgica Triestina e il mantenimento delle altre due realtà già precedentemente distinte.
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