Arsenale di residuati bellici in via Rastello

Arrestato un goriziano, nella sua abitazione custodiva 81 ordigni ma aveva anche droga. In cella anche un suo amico carnico
Bumbaca Gorizia 19_11_2016 Via Rastello © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 19_11_2016 Via Rastello © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Un autentico arsenale in pieno centro storico. In via Rastello, l’antica via del Commercio. Peraltro non lontano dalla Prefettura.

A scoprirlo i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine che hanno posto fine, si legge in una nota, ad una «pericolosa attività clandestina di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale». Responsabili un goriziano e un udinese che erano soliti, nei fine settimana, organizzare escursioni nell’arco alpino regionale alla ricerca di oggetti della più svariata natura: dal reperto paleontologico ai cimeli della Grande Guerra, sino ad arrivare a manufatti di età romana.

«L’interesse dei due amici - spiegano i carabinieri - non si limitava, però, agli oggetti di antichità o aventi valore storico, la cui ricerca è comunque vietata se frutto di scavo non autorizzato, ma si estendeva agli esplosivi».

Ed è così che i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine guidati da Lorenzo Pella si sono immediatamente attivati ottenendo dalla locale Procura della Repubblica due decreti di perquisizione domiciliare che sono stati eseguiti nelle abitazioni delle due persone interessate alle attività di ricerca clandestina. Sono state fornite soltanto le iniziali: si tratta di P.V., classe 1982, di Gorizia e M.G, classe 1993 di Arta Terme (Udine).

Le attività di ricerca condotte dai militari dell’Arma, coadiuvati dai colleghi delle compagnie di Gorizia e Tolmezzo, hanno consentito, soprattutto nel caso dell’abitazione goriziana (sita, come dicevamo, in via Rastello), di rinvenire «un vero e proprio arsenale: all’ingresso dell’appartamento, stipata tra camera da letto e cucina, c’era una Santa Barbara - spiegano i carabinieri - composta da 81 ordigni esplosivi, tutti carichi e come tali assolutamente pericolosi, anche di grosso calibro, tra cui 6 proietti da cannone, granate di varie dimensioni e potenzialità, nonché 851 cartucce da fucile e 196 cartucce da pistola di vario calibro, tutte potenzialmente impiegabili. Sono stati anche rinvenuti caricatori per mitragliatricmitragliatrice, spezzoni di proietto contenente polvere da sparo, spezzoni di tubo esplosivo e materiale vario per la ricerca, come visori notturni e metal detector, nonché tre piante di marijuana, del peso di oltre 220 grammi, che facevano da corollario all’impressionante mole di esplosivi rivenuti».

Non è tutto perché anche la perquisizione eseguita nell’abitazione dell’amico, ad Arta Terme, ha consentito ai carabinieri di rinvenire granate, proiettili, bossoli di vario calibro, polvere pirica e l’immancabile metal detector con il quale svolgere l’attività di ricerca e scavo clandestino. Nell’abitazione carnica sono state anche sequestrate decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all’epoca romana e medievale, anelli di varie dimensioni di epoca romana e monili vari sempre databili a quel periodo, nonché 23 punte di freccia di materiale metallico/ferroso di presumibile epoca medioevale.

Di fronte a un quadro molto chiaro, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine hanno tratto in arresto il goriziano P.V. per il possesso illegale di ordigni esplosivi e sostanza stupefacente ai fini di spaccio ponendolo a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia che ha disposto l’associazione al carcere di via Barzellini.

Più lieve il quadro accusatorio ai danni dell’udinese M.G. che è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Udine per possesso illegale di esplosivi ed armi da guerra nonché per le ipotesi di “violazione in materia di ricerche archeologiche ed impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato”.

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