Arrivano le multe per gli over 50 ancora senza vaccino
anche 800mila guariti: spetta a loro dimostrare di essere in regola
ROMA Circa due milioni di over 50 No Vax troveranno nell’uovo di Pasqua la multa di 100 euro prevista per chi non si è vaccinato. Ma per 800 mila di loro, contagiatisi negli ultimi mesi e per questo non tenuti a fare la puntura, sarà solo l’inizio di un incubo. Perché, ricevuto l’avviso di pagamento da Equitalia, spetterà ora ai guariti, così come agli esenti da vaccinazione per motivi sanitari, documentare alla propria Asl di essere in regola. E dovranno farlo entro 10 giorni.
Dopo di che potranno solo incrociare le dita, perché nello stesso arco di tempo spetterà alla stessa azienda sanitaria trasmettere la documentazione all’Agenzia della riscossione. Un groviglio burocratico che rischia di beffare i non vaccinati guariti dal Covid ma non per questo immunizzati dalla burocrazia.
Sì, perché il contorto iter messo in piedi dal decreto che ha introdotto l’obbligo e le sanzioni per gli over 50, prevede che se ad Equitalia non arriverà l’ordine di sospendere il procedimento di riscossione, sarà lei stessa autorizzata ad emettere entro 180 giorni un nuovo avviso di addebito. A quel punto chi avrà ricevuto ingiustamente la multa avrà due sole uscite davanti a sé: pagarla, oppure opporsi al Giudice di Pace, con l’Avvocatura dello Stato che però assume il patrocinio dell’Agenzia delle entrate. Mentre chi quella multa non avrebbe mai dovuto riceverla dovrà pagarsi di tasca propria le spese legali.
Una situazione nella quale da qui a fine mese si ritroveranno in tanti. Il ministero della Salute nei giorni scorsi ha infatti inviato ad Equitalia un listone con circa due milioni di inadempienti. Ma come testimoniano le ultime tabelle della oramai deposta struttura commissariale, dai 50 anni in su si contano un milione e 177 mila non vaccinati, al netto dei guariti, che sono dunque poco più di 800 mila. Ai quali poi andrebbero aggiunti gli esentati (pochi in verità) per motivi sanitari. Nominativi che non sarebbero mai dovuti essere recapitati all’Agenzia delle riscossioni, perché la procedura messa in piedi dal decreto prevede che gli inadempienti all’obbligo di vaccinazione vengano rilevati dal Sistema Tessera Sanitaria gestito dalla società informatica del ministero del Tesoro, la Sogei. Che a sua volta avrebbe dovuto incrociarli con quelli della banca dati dell’anagrafe vaccinale nazionale, alimentata dalle Regioni. In più sulla tessera sanitaria si sarebbero dovuti registrare i certificati di avvenuta guarigione dal Covid, trasmessi da medici di famiglia e Asl. E qui evidentemente ci deve essere stato l’intoppo.
Che non ha impedito però di accendere la macchina della riscossione. Il ministero della Salute ha fatto sapere ieri di aver iniziato ad inviare gli elenchi di chi non si è sottoposto a vaccinazione e che al momento sarebbe stato spedito o sarebbe in via di spedizione tra questa e l’inizio della prossima settimana un primo lotto di circa 600 mila multe.
In Lombardia gli invii sono già iniziati e da qui a martedì le missive raggiungeranno a mezzo posta o tramite Pec 91.943 inadempienti, o presunti tali. Come informa la Regione, «coloro che intendono comunicare l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dell’obbligo vaccinale, ovvero altre ragioni di assoluta e oggettiva impossibilità, possono rivolgersi, entro il termine perentorio di 10 giorni dalla ricezione della comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio da parte dell’Agenzia delle Entrate, alle Asst territorialmente competenti per residenza anagrafica, inviando una Pec o presentando al protocollo la necessaria documentazione». Peccato che poi le Asl, già di loro oberate di lavoro, debbano verificare la documentazione e comunicare lo stop ad Equitalia sempre entro 10 giorni. E se non ce la faranno, a finire bloccati negli ingranaggi della macchina amministrativa saranno i No Vax che speravano di averla spuntata guarendo dal Covid. Non facendo però i conti con il virus della burocrazia.
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