Arrivano i superbonus “anticampanilismo”

La giunta vara il piano di valorizzazione territoriale che premia con incentivi i Comuni che uniscono le forze sul fronte di personale, servizi, appalti e contratti
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Una sola anagrafe per tre, cinque, dieci Comuni. Code più lunghe agli sportelli, storcerà il naso qualcuno. Ma tant’è: l’unione fa la forza e pure il portafoglio. La Regione, alle prese con casse sempre più vuote, strizza l’occhio ai municipi domandando, dove possibile, di apparentarsi per risparmiare su servizi e costi. Di certo non immagina improbabili strette di mano tra i sindaci di Muggia e Ligosullo, dal momento che uno dei criteri base delle future alleanze sarà la contiguità territoriale. Di unioni di fatto, comunque, si tratterà.

Un invito non solo a parole ma contenuto in una delibera fresca di approvazione in giunta che, dopo la norma sul superamento delle Province, spiana la strada alla riforma degli enti locali in Fvg. Il documento è stato varato sotto il nome di “Piano di valorizzazione territoriale” per il 2014 sulla base di una legge regionale del 2006. Lo step successivo sarà la presentazione al Cal, il Consiglio delle autonomie locali, subito dopo si passerà a una ricognizione delle forme associative attualmente esistenti in Fvg e ai risultati già ottenuti grazie alle operazioni di fusione. L’esecutivo ha inoltre stabilito una serie di criteri per assegnare incentivi a chi si mette insieme. Ma non più nella forma delle Unioni montane visto che, come precisa la delibera, ad oggi il processo della loro costituzione «è stato interrotto e che, pertanto, per il 2014 non risulta necessario prevedere nel Piano criteri di incentivazione a loro favore, non risultando presente nel territorio regionale detta particolare tipologia di ente locale». Addio Unioni montane, dunque. Lo stanziamento previsto per le procedure di cooperazione ammonta a 5 milioni di euro. La modulistica è già pronta e si può partire.

L’attuale sistema Il Fvg conta 1.221.860 residenti ed è distribuito in 217 Comuni raggruppati, come noto, in quattro province su un territorio di 8 mila kmq. Sono un centinaio i municipi montani, la maggior parte sotto i 5 mila abitanti. È proprio la bassa densità e l’esigenza di uniformare i sevizi ad aver spinto la Regione ad attivare le forme associative partite a fine anni ’90. Tuttavia a fine maggio 2005 sull’intero territorio regionale si registravano appena 3 unioni per un totale di 8 realtà coinvolte. Al 15 febbraio 2013 risultano costituite 6 unioni e 35 associazioni intercomunali. Le verifiche della Corte dei Conti hanno appurato che i finanziamenti erano stati concessi in modo «indistinto» privilegiando le caratteristiche della collocazione territoriale disagiata dei beneficiari, piuttosto che accompagnare le forme di collaborazione.

Gli incentivi La prossimità territoriale, l’omogeneità socio economica, gli uffici condivisi e la gestione di funzioni per un arco temporale non inferiore ai sei anni: sono questi i criteri che i Comuni dovranno rispettare nei percorsi di associazione o unione. Gli incentivi straordinari, oltre ai finanziamenti ordinari annuali, saranno erogati al Comune capofila, alle Unioni e ai Comuni risultanti dalle fusioni. Ad esempio un’unione fino a tre località può ottenere 30 mila euro; 20 mila per i servizi associati. Tra i 65 mila e i 75 mila euro, invece, per 10 e più Comuni. La somma aumenta progressivamente in relazione al numero di realtà coinvolte e alla popolazione residente. L’associazioni intercomunale è un’entità priva di personalità giuridica, costituita dunque tra Comuni contermini per realizzare la massima integrazione possibile tra gli enti.

Funzioni e servizi L’amministrazione in forma associata tocca un ampio ventaglio di settori. Per quanto riguarda il personale interno si va dalla gestione di bandi, selezioni e stipendi al coordinamento delle relazioni sindacali e della formazione. Nei confronti dell’esterno, invece, le collaborazioni si attuano nei tributi come l’Imu, contenziosi, lavori pubblici, società partecipate, appalti e contratti. Più nel dettaglio, anche servizi informatici, urbanistica e segnaletica, polizia locale, attività culturali e sportive, trasporto, mense scolastiche e sportelli per il pubblico.

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