Arrivano i pannelli solari sopra l’ex Pescheria di Trieste
TRIESTE Si sblocca finalmente uno degli appalti “impossibili” del Comune di Trieste. L’ex Pescheria, il Salone degli incanti, si appresta ad essere coperta da una guaina fotovoltaica. Un progetto di sostenibilità energetica, finanziato con quasi 500 mila euro di fondi Pisus, che risale a sei anni fa ma che è finito bloccato prima dal famigerato Patto di stabilità e poi dalle modifiche del Codice sugli appalti. Ora, finalmente, si è arrivati all’aggiudicazione dell’appalto per la cifra complessiva di 370mila euro alla C.P. Costruzioni di Trieste che dovrà installare la guaina fotovoltaica sul tetto dell’ex Pescheria in 150 giorni. Il progetto, per capirsi, era stato approvato dalla giunta di Roberto Cosolini a metà novembre del 2011.
L’intervento prevede l’installazione di una guaina fotovoltaica scura e non riflettente sulla copertura dell’ex Pescheria. Un’opera a impatto visivo pressoché nullo e dalla resa garantita anche nei giorni di cielo coperto. Il progetto era stato inserito tra le richieste di cofinanziamento in Regione dall’amministrazione cittadina nella cornice dei Pisus (ovvero i Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile) attraverso i quali vengono veicolati una serie di fondi comunitari per «incrementare la qualità dell’ambiente urbano». Il progetto risulta finanziato al 77% dalla Regione (il restante 23% spetta al Comune).
L’obiettivo è «l’installazione sulla copertura rifinita attualmente con guaina ardesiata» di «un sistema impermeabile fotovoltaico con caratteristiche innovative a film sottile a tripla giunzione». Una tecnologia, questa, grazie alla quale le componenti blu, verde e rossa «dello spettro della luce solare» possono essere assorbite proprio «in modo frazionato dai differenti strati presenti».
Così «le celle producono energia anche con irraggiamento solare indiretto, con luce diffusa e con bassi livelli di insolazione». Il sistema insomma funziona «con qualsiasi condizione atmosferica». Ma c’è di più: la guaina - si legge nel prospetto tecnico - è talmente sottile (e pure removibile) da risultare praticamente invisibile.
L’opera è stata progettata dall’Ufficio tecnico del servizio Lavori pubblici del Comune e porta la firma dell'architetto Carlo Nicotra. A lavoro terminate il Salone degli incanti diventerà un modello dal punto di vista del consumo energetico a emissione zero di Co2. (fa.do.)
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