Arriva un’altra batosta: l’Imu sui terreni

Fino a ieri, nel circondario provinciale, la facevano franca tutti, tranne che a Muggia e a San Dorligo, dove la tassa già si pagava: universalmente nella cittadina rivierasca, a valle e non a monte nei confini municipali di Dolina. Da domani, invece, a meno di un improbabile marcia indietro del Governo, all’interno della cintura giuliana, la tradizionale e generalizzata esenzione tributaria sui terreni verdi non edificabili sarà consegnata ai libri di storia. Tutti i proprietari dovranno cominciare a versare l’Imu, con l’unica eccezione di coltivatori diretti e imprenditori agricoli del Comune di Monrupino, i soli destinati a mantenere l’esenzione.
Il nuovo balzello
Per chi si prende cura della terra per mestiere (tranne appunto che a Monrupino) come per chi possiede un semplice pezzo di bosco per farci le grigliate alla domenica (e qui Monrupino non fa più eccezione) sta insomma per arrivare un nuovo balzello. Che non si preannuncia, va premesso, salato. Un orto “amatoriale” sui 500 metri quadrati staccato dalla lista delle pertinenze residenziali, per esempio, da queste parti potrebbe costare più o meno 10 euro, un fondo agricolo da cinque ettari potrebbe superare, in pura teoria, i duecento euro, anche se in realtà queste proiezioni sono più che maccheroniche perché tutto poi dipende dal pregio e più in generale dal valore catastale della “location”.
Una tassa “immediata”
Salato o non salato, il balzello nuovo - salvo clamorosi colpi di scena romani - ci sarà. E chiamerà i contribuenti, altrettanto nuovi, a tirare fuori il portafogli già in vista del 16 dicembre prossimo, ovvero la data di scadenza della rata di saldo per l’Imu dovuta per il 2014 su ogni genere di bene immobile non esentato.
Per pagare gli 80 euro in busta
Il decreto preparato dal Ministero dell’Economia per rivedere la disciplina dell’applicazione dell’Imu sui terreni, infatti, è di imminente pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, come si legge sul Sole 24 ore dello scorso mercoledì, dove il perché di cotanta fretta viene fatto coincidere con la necessità di trovare una copertura non inferiore ai 350 milioni di euro per il decreto di aprile sul bonus Irpef. Una quota dei famosi 80 euro in più in busta paga, quindi, sono finanziati dal taglio di altri precedenti “bonus” fiscali, in questo caso quelli dei titolari di terreni verdi non edificabili.
La classificazione per altitudine
Ma quali sono le disposizioni del nuovo decreto che, assottigliando di fatto la platea degli esenti, trasforma Trieste in una provincia in cui quasi tutti i proprietari di terreni dovranno pagare l’Imu mentre finora questo lo doveva fare una esigua minoranza? La rivoluzione, anticipa sempre il Sole 24 ore, è dovuta all’inedita classificazione dei comuni in tre fasce, diverse da quelle di prima, tarate sulla natura più o meno “montana” di un territorio municipale. Le “neoclassi”, non più frutto di valutazioni legate a molteplici fattori, dipenderanno solo ed esclusivamente dall’altitudine. Soltanto agli enti sopra i 600 metri sul livello del mare sarà garantita ancora l’esenzione integrale. Tra i 281 e i 600 metri, quindi, l’esenzione riguarderà unicamente coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Sotto i 281 metri, infine, l’Imu sarà pagata indistintamente da tutti i titolari di terreni non edificabili.
Cosa succede a Trieste e dintorni
Le ripercussioni, nel comprensorio giuliano, sono tutto fuorché trascurabili. Non cambia in sostanza solamente a Muggia (tre metri sul livello del mare), che è ente “non montano” e dove l’Imu era e sarà applicata, e a San Dorligo (106 metri sul livello del mare), che è invece ente “parzialmente montano” e dove l’Imu non è tassa in quota e lo è a fondovalle. Per il resto il cambiamento è epocale. Quattro erano infatti i comuni interamente esenti: Monrupino, Sgonico e Duino Aurisina in quanto “montani” e Trieste in quanto “parzialmente montano” ma parificato agli enti “montani” da una legge di trenta e più anni fa. Ebbene, posto che per il Sole l’interpretazione del nuovo decreto consiste nel prendere a riferimento per ogni comune la cosiddetta «altitudine al centro» che sta scritta negli elenchi Istat e che coincide con l’altitudine del palazzo del Municipio, per Trieste non sembra esserci scampo: due metri sul livello del mare. Duino Aurisina vanta 144 metri, troppo pochi anche questi. Sgonico, che beffa, si ferma a quota 278, tre metri sotto il cielo della parziale esenzione. Si salva, in parte, solo la piccola Monrupino, coi suoi 418 metri sul livello del mare. Sufficienti per esentare i suoi agricoltori professionisti, ma non il resto del “popolo”.
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