Arriva un advisor per valutare i nodi Sdag e Interporto
Un advisor, ovvero un consulente finanziario, per valutare il processo della fusione dei Consorzi e per verificare, numeri alla mano, se l’operazione sta in piedi economicamente specie se ci sono altre società da aggregare, una fra tutte la Sdag.
Il consiglio di amministrazione del Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone, nella sua prima riunione e di “inizio” delle operazioni di fusione ha deciso che valuterà solo «attraverso numeri e dati concreti» se il progetto di fusione è in equilibrio economico. Questo riguarda il processo con il Consorzio di Gorizia ma poi con le altre realtà indicate nella delibera dell’assemblea dei soci dove si parla di allargare a Sdag e Interporto di Cervignano. «Una discussione assolutamente costruttiva durata oltre un’ora - racconta il direttore, Gianpaolo Fontana che ha fatto da segretario - è stato deciso che non ci sarà più spazio per pregiudizi o preconcetti. Comanderanno i numeri. Non c’è tempo da perdere, ci sono soltanto 17 messi per arrivare a conclusione». Un’ora di riunione del cda che ha visto la presenza, come nuovo rappresentante degli insediati, di Alessandro Vescovini che ha voluto fare alcune precisazioni indirizzando con varie proposte il percorso da sviluppare.
E al termine della discussione e delle valutazioni la strada da intraprendere è stata concordata all’unanimità. A tutti gli altri soggetti individuati dalla delibera saranno inviate informazioni e dettagli economici del Csim e sarà chiesto di fare altrettanto. Toccherà all’advisor, un professionista senza conflitti di interesse o partecipazioni, fare una relazione dettagliata che sarà analizzata dal cda, valutata dall’assemblea dei soci e subito dopo le proposte verranno vagliate anche dai Consigli comunali.
Tra nodi più rilevanti in ballo proprio la Sdag su cui si sono accese molte polemiche. E soprattutto su questa società, che non è affine ai Consorzi, ma anche l’Interporto di cervignano, si accenderanno i fari della valutazione che riguarderà aspetti non solo economici, ma anche patrimoniali. L’obiettivo è fare luce sulla situazione di quest’area logistica infrastrutturata che dopo la caduta dei confini dovrebbe ritrovare una strategicità che è stata perduta. E tra i nodi più rilevanti, per l’aggregazione di questa società voluta a tutti i costi dal sindaco di Gorizia, Ettore Romoli spalleggiato dalla Camera di commercio, c’è quella dei terreni. Nel caso la società venisse acquisita dall’unione dei Consorzi, verrebbero ceduti come è logico, anche i terreni o soltanto la gestione? Una questione rilevante visto che recentemente il Comune di Gorizia ha fatto un aumento di capitale e ha anche deciso di abbassare riducendo anche di 10 volte la tariffa dell’affitto annuale, una manovra che ha blindato il bilancio evitando che andasse in rosso. Su questo fronte comunque è probabile che ci sia un vertice con il sindaco Romoli.
Alla riunione è intervenuto più volte lo stesso presidente Csim, Enzo Lorenzon, che ha ribadito che, secondo la sua opinione, non bisogna abbandonare l’idea della fusione con l’Aussa Corno che vedrebbe uniti due Consorzi che sono nati con la stessa legge, ma anche le aree portuali. Un aggregazione che davvero potrebbe rendere strategica la posizione dell’Interporto di Cervignno a servizio delle due aree logistiche.
È stata anche analizzata la delibera regionale di aprovazione dfel programma triennale 2013-205 che era stato inviato dal Csim con le raccomandazioni da parte della Regione. Si auspica che il Csim rintracci soluzioni per la copertura dei costi di gestione «ponendo maggiore attenzione alle fonti di entrata come la vendita di aree e l’offerta dei servizi, considerando la progressiva diminuzione dei contributi». Richiesta anche «particolare attenzione alla contrazione delle giacenze di cassa».
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