Arriva la Tasi: giù le aliquote ma calano anche le detrazioni

Tassa al 2,5 per mille per le case di rendita catastale inferiore ai 600 euro: sopra questa soglia scatta lo 0,8 aggiuntivo. Pagamento entro il 16 ottobre. Montesano: inalterata la pressione fiscale complessiva
Una veduta di Trieste
Una veduta di Trieste

Imu dimezzata rispetto all’anno prima per le dimore in comodato, e sconto allargato anche alle parentele di secondo grado (fratelli, nipoti e nonni) oltre a quelle già annunciate di primo (figli e genitori). Eppoi niente rincari - benché annunciati, questi sì - sulle seconde case. E neppure alcun balzello in groppa a chi, in quelle case, vive in affitto, balzello consentito invece dalla nuova legge.

C’è però anche l’altra faccia della medaglia, di nome Tasi: il Comune torna a batter cassa - pur in base alla legge medesima - tanto con l’Ater quanto, soprattutto, con chi abita nella sua prima (e unica) abitazione di proprietà. Questa Tasi si profila generalmente più alta di quanto non lo fosse stata nel 2012, prima di essere annullata nel 2013, l’Imu. Le nuove aliquote, in effetti, si annunciano sì più basse (tra il 2,5 e il 3,3 anziché il 3,9 per mille della vecchia Imu) ma più basse saranno pure le detrazioni permesse dalla norma. Esempio calato su una famiglia-tipo fatta da marito, moglie e un figlio, titolari di un appartamento vendibile sul mercato attorno ai 130mila euro. Ipotizzandone, per banalizzare i calcoli, una rendita catastale di 500 euro, il moltiplicatore di legge (500 più il 5% volte 160) darebbe 84mila euro di valore imponibile (il valore imponibile sta più o meno, in base a mille variabili, tra la metà e i tre quarti di quello di mercato). Ebbene: nel 2012 l’Imu al 3,9 dell’imponibile stesso avrebbe determinato un’imposta di 327 euro meno 200 di detrazioni fisse meno ancora 50 di detrazioni per il figlio. Totale: 77 euro. Quest’anno la Tasi, nel caso dell’immobile della nostra famiglia-tipo, varrà il 2,5 per mille, per un tributo di 210 euro meno 60 di detrazioni previste per la rendita catastale fino a 500 euro meno altri 25 per il figlio. Risultato: 125 di Tasi oggi anziché 77 di Imu l’altro ieri. Occhio, però: nella Tasi rientreranno i 30 centesimi al metro quadrato che lo Stato s’era preso l’anno scorso dalla Tares, appesantendola, e che ora dovrebbero sparire dalla nuova Tari che verrà. Roba da mal di testa.

L’amministrazione Cosolini inizia dunque a scoprire un po’ alla volta le carte a proposito di tasse sugli immobili e relative aliquote. È di queste ore il “transito” - tra Seconda commissione consiliare in materia di Bilancio e circoscrizioni in vista del voto in Consiglio comunale - dei regolamenti riguardanti proprio l’applicazione di Imu e Tasi per l’anno in corso, cui seguirà quello della Tari, nel rispetto dell’altrettanto nuova Iuc, l’Imposta unica comunale che le contiene tutte: Imu, Tasi e Iuc. I regolamenti Imu e Tasi, per intanto, fanno un “pacco” di carte da cui viene fuori l’attesa quantificazione dei due tributi che, per semplicità, anche se la legge ne permetteva una miscela, sono stati tenuti separati. Il risultato è che l’Imu viene sostanzialmente “replicata” rispetto al 2013 (si legga nell’articolo a destra, ndr), il che scongiura l’eventualità di una serie di aumenti, a cominciare dal passaggio dal 10,6 all’11,4 per mille della tassa sulle seconde case mista Imu-Tasi, per effetto dell’aggiunta di uno 0,8 di “super-Tasi” cui il Municipio pensava in primavera e che però alla fine non è stata adottata.

Mentre è la Tasi “pura” sulle abitazioni principali a costituire la vera novità del 2014. Essa - si legge nella delibera d’istituzione, che ne rimanda il pagamento entro il 16 ottobre - sarà applicata al massimo consentito dalla legge, quindi al 2,5, sulle dimore dalla rendita catastale inferiore ai 600 euro, cioè dal valore imponibile sotto i 100.800 euro. Al di sopra di questa soglia, invece, si farà ricorso allo 0,8 di “super-Tasi”. Morale: per le prime case stimate oltre i 100.800 euro di imponibile (che può variare come detto, facendo i conti della serva, tra il 50 e il 75% del prezzo di mercato), la Tasi salirà al 3,3 per mille, ovvero al massimo consentito dalla legge più appunto lo 0,8% di “super-massimo” consentito dalla stessa legge. Un “bonus” sfruttabile dagli enti municipali, secondo la norma, «a condizione che siano finanziate» proprio quelle «detrazioni» che la Tasi, di base, a differenza della vecchia Imu sulla prima casa, non contempla. Della serie: tassa più alta per chi ha una casa che vale di più per sgravare il balzello Tasi in favore di chi ha un tetto che vale di meno e che, ad ogni modo, in linea di massima pagherà più di quanto pagava fino al 2012. «Da questa determinazione delle nuove imposte - osserva l’assessore al Bilancio Matteo Montesano - il Comune non aumenta la pressione fiscale complessiva, rispettando le intenzioni della vigilia. La decisione di utilizzare lo 0,8 aggiuntivo di Tasi oltre il massimo del 2,5 ci permette anzi di mantenere alcune detrazioni che, altrimenti, sarebbero sparite, e di evitare così di rendere traumatico il passaggio dall’Imu alla Tasi».

@PierRaub

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