Arriva la busta paga dopo la protesta, ma agli operai mancano gli arretrati
MONFALCONE. Con la paga accreditata ieri via bonifico andranno praticamente a saldare i debiti accumulati in famiglia, rimanendo di fatto senza soldi. È una rincorsa al riconoscimento del diritto ad avere lo stipendio mensile, quella dei lavoratori dell’impresa d’appalto Smi, specializzata nel settore della tubisteria. Arretrati, tra le due e le tre mensilità, che ancora non si vedono.
I venti dipendenti, la maggior parte di primo e secondo livello, continuano a rimanere in bilico, la costante paura di non riuscire a percepire quanto loro gli spetta. Gli straordinari, obbligatori, non vengono onorati.
Ieri mattina, terzo giorno di sciopero che con giovedì e venerdì ha raggiunto il pacchetto complessivo delle 24 ore, i lavoratori, assistiti dalla Fiom Cgil, erano pronti a manifestare la loro protesta davanti ai cancelli dello stabilimento di Panzano. Poi è arrivata la conferma dei pagamenti. Lo stipendio di giugno, qualcuno anche il saldo di maggio. Non è mancata la delusione. «Ci aspettavamo che se non si andasse alla pari con gli arretrati almeno fosse liquidata una parte», è stato il commento condiviso di un lavoratore.
Una situazione insostenibile. «Se dobbiamo continuare in questo modo per avere un diritto, vuol dire che c’è qualcosa che non va. È assurdo dover scioperare per poter avere lo stipendio a fine mese. È importante arrivare a strutturare un sistema di pagamenti regolari», ha sottolineato il segretario della Fiom, Livio Menon, davanti ai lavoratori riuniti in assemblea alla sede del sindacato di via Pacinotti.
«Siamo diventati poveri, è da un anno che lavoriamo in queste condizioni», ha osservato un dipendente. «Il 10 agosto mi scade il contratto, mi è stato proposto un livello inadeguato», ha aggiunto un altro lavoratore. Tutti ridotti all’esasperazione.
«Con l’azienda – ha proseguito Menon – ci eravamo lasciati con la promessa che il 12 luglio sarebbe avvenuto il pagamento degli stipendi di giugno, rinviato al 15 per problemi di bonifici, eseguiti il 27 per essere scaricati oggi (ieri, ndr)». È da un anno che si va avanti a singhiozzo. Le posizioni retributive sono frammentate. Ci sono lavoratori che attendono la paga di aprile e maggio, se non anche di marzo, altri hanno ricevuto il saldo di aprile, altri invece quello di maggio. Ieri in assemblea era complicato ricostruire il quadro generale.
Terzo giorno di sciopero, dunque, con la protesta rientrata. Che fare? I rappresentanti sindacali ne hanno discusso con i lavoratori. Sono usciti dall’assemblea con una decisione comune.
«Si riprende il lavoro – ha spiegato Menon – però vogliamo porre precise condizioni all’azienda per il recupero delle mensilità arretrate. Va concordato un percorso strutturale». Nel frattempo verrà eletta la Rsu. I lavoratori si reincontreranno con il sindacato a fine agosto per verificare lo stato dell’arte. Già a inizio giugno era già stato lanciato l’ultimatum in ordine al recupero degli stipendi. Allora nella sede del sindacato dov’erano riuniti i lavoratori, s’era presentato il datore di lavoro, 100 euro in contanti da consegnare a ciascuno, a fronte del rifiuto a maggioranza.
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