Arriva in omaggio il dizionario del dialetto triestino
TRIESTE. Anche se non gavevo frescheza, oggi go caminado sazio; le coriere pasava a nastro, ma lo go fato per no diventar bonfo. Anche i neologismi giovanili entrano di diritto nel dialetto triestino, esempi concreti di una parlata, quella tipicamente giuliana, tutt'altro che defunta, ma anzi in continua evoluzione. Mutazioni, cambiamenti, novità contenute nella versione rinnovata del Grande dizionario del dialetto triestino storico, etimologico e fraseologico, "Il nuovo Doria": 1.296 pagine contenenti circa 18.800 lemmi, che raccolgono tutte le sfumature della parlata nostrana, e che ci ricordano come, nel mondo della comunicazione global e digitale, abbreviata, slangata, standardizzata, i dialetti rappresentino un patrimonio storico-culturale da preservare gelosamente.
E' questa la filosofia alla base della creazione de "Il nuovo Doria", che uscirà in omaggio assieme al Piccolo, suddiviso in 52 fascicoli, a partire da lunedì prossimo. L'opera, composta da due volumi, è frutto di un'iniziativa che Il Piccolo ha voluto realizzare in occasione del suo 130esimo anniversario, con il sostegno della Regione, di Banca Antonveneta e dell'omonima Fondazione, e coprodotto con Associazione giuliani nel mondo e Mgs Press. Il nuovo compendio delle parlate esistenti sul territorio giuliano è stato presentato ieri nella sala Tessitori del Consiglio regionale dall'assessore regionale alla Cultura Elio De Anna, il direttore de Il Piccolo Paolo Possamai, il presidente della commissione Cultura Piero Camber, il direttore generale di Banca Antonveneta Giuseppe Menzi, il direttore della Fondazione Antonveneta Bruno Bianchi, il presidente dell'Associazione giuliani nel mondo Dario Locchi e l'autore della versione aggiornata dello storico dizionario Il Doria, Nereo Zeper.
In particolare, l'autore ha passato in rassegna alcune delle novità contenute nell'opera: sono oltre 800 i lemmi aggiunti, dai neologismi giovanili (come appunto "frescheza", "bonfo", "a nastro", solo per citarne alcuni), ai nuovi termini floro-faunistici e di origine slovena.
L'opera debutterà, come detto, il prossimo lunedì: allegati al Piccolo ci saranno la copertina e cinque fascicoli. Ogni settimana usciranno cinque fascicoli omaggio, uno al giorno dal lunedì al venerdì, per complessive 52 "puntate".
«Un'iniziativa importante, cui la Regione ha aderito con entusiasmo, perché contribuisce a mantenere quel ricchissimo patrimonio multilinguistico che caratterizza il Friuli Venezia Giulia - ha commentato l'assessore De Anna -. Il presidente Tondo e io abbiamo valutato questo progetto come un'operazione di grande respiro e di valore per il territorio e la tradizione culturale e linguistica».
Sulla stessa linea il commento del consigliere triestino del Pdl Piero Camber, che ha ricordato come il dialetto giuliano sia una «lingua franca», storicamente diffusa, con le sue molteplici sfumature, «da Grado a Ragusa. L'obiettivo è che quest'opera diventi un patrimonio condiviso, di tutte le famiglie».
A evidenziare come "Il nuovo Doria" voglia essere un omaggio per il territorio nell'anno in cui Il Piccolo compie il suo 130esimo compleanno, è stato Paolo Possamai, che ha anche passato in rassegna tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel progetto, dall'ideazione alla produzione. Tra di loro c'è, appunto, una banca, Antonveneta, e l'omonima fondazione, partner del progetto presenti ieri con i rispettivi vertici. Se il dg di Banca Antonveneta Giuseppe Menzi ha posto l'accento sulla rilevanza del progetto editoriale, "promettendo" che l'istituto di credito rimarrà al fianco del territorio per supportare altre iniziative di carattere culturale, Bruno Bianchi, direttore della Fondazione bancaria, ha ricordato la storia e le origini del legame con la città: «Fino al 1996, anno in cui nacque l'attuale denominazione Antonveneta, l'istituto si chiamava Banca antoniana di Padova e Trieste, perché frutto della fusione tra la Banca antoniana di Padova e la Popolare giuliana. Un legame - ha spiegato Bianchi - che ha quindi origini lontane e che continua oggi attraverso questa iniziativa editoriale».
Un patrimonio rivolto ai "locali", ma non solo, come precisato dal presidente dei Giuliani nel mondo Dario Locchi, che promuoverà l'opera anche tra i 150mila giuliani sparsi nel mondo.
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