Arriva il dispositivo che sorveglia il frigo e assicura ai cibi trattamenti al top

Tecnologia “made in Trieste” per il sistema GOfredo pensato per semplificare la vita a chef e ristoratori

TRIESTE Sarà presentato oggi a Milano, nello show-room delle prestigiose cucine Poggepohl, un progetto ideato in Friuli Venezia Giulia che promette di rivoluzionare il mondo dell’Haccp, ovvero l’insieme di tutti quei controlli necessari per legge nell’industria alimentare, ma anche farmaceutica, per certificare la sicurezza e la salubrità di cibi, bevande e medicinali. Si chiama GOfredo e attualmente è l’unico dispositivo autoinstallante per monitorare temperatura e umidità nei frigoriferi e nelle celle frigorifere, in grado di compilare automaticamente i registri Haccp per la catena del freddo.

È un dispositivo estremamente semplice, che consente di risparmiare tempo nell’espletare le procedure previste per legge e di ottenere una segnalazione tempestiva in caso di guasti o anomalie, che può essere ricevuta dall’addetto ai controlli in qualsiasi luogo si trovi e inviata direttamente al frigorista di fiducia. «GOfredo è un sistema composto da sensori autoinstallanti, indipendente da collegamenti elettrici, telefonici, centralini e altri ausili - spiega Francesco Razzetti, che con Rossana Bettini cura per WhiteSheep lo sviluppo strategico e commerciale del prodotto -. Un sistema che misura e trasmette in tempo reale, attraverso il sito e sull’app dedicata, i dati delle aree refrigerate monitorate, conservando il registro giornaliero delle temperature, con marca temporale conforme alla normativa vigente Haccp. Tutti i dati possono essere controllati in remoto da pc, tablet o smartphone e in caso di anomalie o guasti il dispositivo invia immediatamente un allarme sotto forma di mail o sms al contatto fornito in fase di registrazione». «Finora i potenziali grandi clienti a cui l’abbiamo presentato sono rimasti piacevolmente stupiti per la sua estrema semplicità d’installazione e uso - evidenzia Rossana Bettini -. E anche alcuni noti chef, come Lorenzo Cogo, enfant prodige della cucina made in Italy, si sono dimostrati entusiasti di questa novità». Non è un caso, ci dice Razzetti, perché «l’idea alla base di GOfredo è nata dall’esperienza di Federico Sestan, executive chef dei ristoranti del comprensorio di PortoPiccolo, che si confronta con queste problematiche quotidianamente».

Anche il nome del dispositivo ha chiare origini veneto-giuliane e si rifà a una popolare barzelletta. Per portare avanti questo progetto Sestan, insieme al commercialista triestino Fulvio de Grassi, ha fondato Sensor Chain for Business, start up innovativa iscritta nella sezione speciale del Registro delle Imprese di Udine. Il progetto è interamente made in Italy: la costruzione dei sensori è stata affidata a una ditta di Catania, mentre il confezionamento per la spedizione è a cura dell’associazione CeRRadi Onlu, che con sede a Trieste si occupa di autismo e disabilità intellettive. La società ha sottoscritto inoltre una convenzione con il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Trieste per lo studio del profilo termico relativo ai sensori, il monitoraggio, la valutazione delle alterazioni degli alimenti monitorati durante la fase di studio ed infine la progettazione e consulenza in termini di sicurezza alimentare legata alla finalità del progetto.

Per la trasmissione dei dati GOfredo si appoggia a Sigfox, operatore leader a livello mondiale di rete cellulare interamente dedicata all'Internet of Things, che lavora su una banda ristretta dedicata esclusivamente alla trasmissione di dati relativi a oggetti (dispositivi, impianti e sistemi, macchinari). Il prodotto viene proposto a noleggio, così potrà essere costantemente aggiornato senza costi aggiuntivi per le aziende che lo utilizzeranno. —


 

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