Arriva il cyber-commando: Usa in aiuto a Podgorica e Skopje

Stati Uniti schierati nella ex Jugoslavia e nell’Est Europa a fianco dei Paesi amici. L’obiettivo è proteggerli da eventuali attacchi informatici di hacker avversari

Piccoli hacker crescono. Nei Balcani, così come in quasi tutta l’Europa centro orientale, è in aumento esponenziale il lavoro degli esperti informatici “ostili” che attaccano i sistemi informatici dei Paesi provocando falle molto pericolose soprattutto nel settore dell’intelligence così come nello spionaggio industriale oppure, come lo confermano le cronache degli ultimi mesi, riescono addirittura a influenzare i risultati elettorali.

Pericolo conosciuto molto bene dagli Stati Uniti che hanno così deciso di non lasciare da soli gli alleati nei Paesi Balcanici, con in prima fila i vulnerabilissimi Montenegro e Macedonia del Nord e nell’Est Europa. Tra questi continui timori sulle minacce informatiche alla democrazia, gli Usa stanno schierando i cosiddetti “cyber-warriors” in una serie di Paesi amici dell’Europa orientale, tra cui Ucraina e, come detto, Montenegro e Macedonia del Nord, per aiutarli a resistere agli attacchi. Il Cyber Command degli Stati Uniti, che coordina le operazioni del cyberspazio per difendere gli interessi degli Stati Uniti, sta anche collaborando con le autorità di quei Paesi per prevenire potenziali minacce, come ha spiegato l’ambasciata americana in Montenegro alla Birn.

«Comando Europeo Usa e Comando Cyber degli Stati Uniti stanno lavorando a stretto contatto con l’alleato Nato Montenegro – spiegano all’ambasciata – che sta avviando un’operazione di cyber collaborazione per aumentare l’interoperabilità, condividere le migliori pratiche e scoraggiare l’influenza maligna sui processi democratici dei nostri alleati, partner e Stati Uniti». Nulla però trapela sui dettagli operativi e gli aspetti tecnici dell’incarico. Ma il generale di brigata Timothy Haugh, comandante della forza nazionale di comando del Cyber Command, ha recentemente dichiarato che, nell’ambito di un’operazione chiamata internamente “Synthetic Theology” , il Cyber Command ha schierato “cyber warrior” in Ucraina, nella Macedonia del Nord e in Montenegro per aiutare a difendere quei Paesi dalle reti avversarie.

Durante una tavola rotonda presso l’Integrated Cyber Center e il Joint Operations Center di Fort Meade, nel Maryland, Haugh ha affermato che «questo tipo di partnership continuerà a crescere». «Quando cerchiamo di fare partenariati all’estero... vogliamo farlo ovunque ci sia un potenziale avversario che potrebbe anche prendere di mira i nostri sistemi elettorali», ha detto il generale Haugh. Gli Stati Uniti intendono così contrastare attivamente eventuali interferenze elettorali da parte di Paesi come la Russia, «che i servizi segreti degli Stati Uniti hanno scoperto interferire nelle elezioni presidenziali del 2016», spiega ancora Haugh.

Il famigerato gruppo di cyber-spionaggio russo Fancy Bear, come riporta Birn, si è fatto strada nelle istituzioni montenegrine nel 2017, inviando e-mail di spearphishing firmate come fossero provenienti dalla Nato. Da allora il Montenegro ha rafforzato le difese della sicurezza informatica e costituito una task force di polizia specializzata per combattere la criminalità informatica. –


 

Argomenti:balcani

Riproduzione riservata © Il Piccolo