Arriva il caldo africano E riappaiono le meduse
Il grande caldo, alla fine, è arrivato. Beccando tutti come di consueto in contropiede, come succede sempre quando le temperature da miti e stagionali diventano praticamente africane in un paio di giorni. E proprio di caldo africano parlano i metereologi. Un fenomeno che si è abbattuto su tutta l’Europa e non ha lasciato indenne neanche il Friuli Venezia Giulia. Dove le temperature si aggiravano ieri mediamente sui 32-33 gradi e c’era bel tempo ovunque, con cielo in prevalenza sereno e caldo. Si è salvata parzialmente solo la costa, dove in mattinata un leggero Borino ha mitigato la calura.
Siamo comunque in buona, ottima compagnia. In giro per l’Italia ieri si sono registrate temperature elevatissime. Tra le città più calde Roma, Bologna, Alghero e Novara con 32°C, Milano, Brescia, Bergamo, Verona e Grosseto con 33°C, Firenze e Bolzano con 34°C. Secondo gli esperti, c’è anche un fastidio in più: a causa dell’accumulo dell’umidità nei bassi strati le temperature realmente percepite dal nostro corpo saranno anche di 2°C in più rispetto al valore descritto dal termometro. Inoltre il nostro corpo, dopo la primavera appena conclusa, non è ancora abituato al caldo e ciò aumenta la sensazione di disagio.
Un fenomeno anomalo? No, assolutamente nella norma, dicono all’Osmer Fvg. «Capita ogni anno - spiega il metereologo Stefanutti - ed è assolutamente il caldo che ci aspettavamo. L’ondata di calore andrà avanti ancora per due o tre giorni, ma non è nulla di eccezionale, per capirsi. Quando arriva l’anticiclone africano succede sempre così per i primi giorni, dopo le temperature si stabilizzano su situazioni climatiche più accettabili». Il picco del caldo è comunque previsto tra oggi e domani al Centronord, con punte di 34-35 gradi, che probabilmente si manterranno fino a giovedì; da mercoledì punte di 33-34 gradi anche al Sud. Nel weekend prossimo, pur rimanendo in condizioni sostanzialmente simili, si dovrebbe riprendere a respirare.
Con i primi tuffi in mare, tra l’altro, c’è chi ha messo in evidenza la nutrita presenza di meduse nell’acqua. Un fattore legato all’aumento delle temperature? Assolutamente no. «La presenza delle meduse non è più alta quest’anno rispetto a quelli passati - spiega Paola Del Negro dell’Ogs - ma è vero che già da qualche anno c’è un trend in crescita. Sulla sua causa ci sono parecchie ipotesi: la pesca dei tipici predatori di questi organismi potrebbe aver aumentato la colonia delle meduse, ad esempio. E poi c’è un’altra tesi anche più suggestiva: la crescita dei manufatti in mare favorisce l’attecchimento delle fasi polipoidi di questi organismi. Sto parlando - continua la ricercatrice - prevalentemente di pontili e opere di cementificazione. Comunque la presenza delle meduse è costante e in aumento in tutto il Mediterraneo. La Botta marina si vede anche d’inverno, mentre la pelagia, più piccola ma la più urticante, in Alto Adriatico non si vede da un po’ di anni. Il fenomeno è visibile a Trieste in misura crescente nell’area attorno alla Sacchetta».
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