Arrestato in Slovenia un “foreign fighter”

Cattura eseguita su mandato degli inquirenti italiani. Rok Zavbija, 26 anni, ha combattuto in Siria ed era stato già fermato mesi fa. Viene considerato un reclutatore. Il ministro Alfano: "Cercava proseliti per l'Is pronti a diventare terroristi jihadisti"
ll ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in una immagine del 05 maggio 2016. ANSA/CIRO FUSCO
ll ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in una immagine del 05 maggio 2016. ANSA/CIRO FUSCO

LUBIANA. Un foreign fighter sloveno è finito nelle mani della polizia slovena che ha così risposto al mandato di cattura internazionale per terrorismo spiccato dall’autorità giudiziaria italiana. E sabato 7 maggio è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari.

Lo scorso mese di settembre, quando è iniziata a circolare la notizia di cittadini sloveni che sono andati a combattere con il Califfato sui campi della Siria è spuntato anche il nome di Rok Žavbija, 26 anni, lo stesso che è stato fermato in questi giorni. Egli aveva confermato di aver combattuto in Siria ma di non aver avuto alcun legame con gruppi terroristici o con gli uomini dell’Is. Che cosa abbia raccontato alla polizia quando, all’epoca, lo interrogò per oltre tre ore, non è dato di sapere in quanto il tutto è stato secretato.

Ai media, invece, ammise di essersi convertito all’islam e raccontò di aver operato con le milizie contrarie al regime di Assad che, vista la sua qualifica (è un tecnico ospedaliero), lo avevano inquadrato nel servizio sanitario. Confessò di essere stato armato e di aver anche sparato. E siccome per la legge della Slovenia combattere all’estero non è reato a meno che non si sia stati coinvolti in crimini di guerra, fattispecie che gli inquirenti sloveni non hanno rilevato nel caso di Žavbija, l’uomo è tornato a piede libero.

Ma, a quanto sembra, il 26enne sloveno è finito nel mirino delle forze di sicurezza italiane che lo accusano di legami con il terrorismo islamico. A confermarlo è domenica 8 maggio il ministro degli Interni italiano, Angelino Alfano: "Un'altra operazione contro la minaccia del terrorismo internazionale è stata portata a termine con successo dai carabinieri del Ros che, in collaborazione con la polizia slovena, hanno arrestato il cittadino sloveno responsabile di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, oltre che di avere avviato un processo di radicalizzazione e di reclutamento di aspiranti jihadisti sul territorio nazionale italiano". Accuse gravissime.

L’autorità giudiziaria italiana aveva dunque spiccato nei giorni scorsi un mandato di cattura internazionale. La polizia della Slovenia non rilascia alcuna dichiarazione sul caso e si trincera dietro un ferreo «no comment». A questo punto però sembra chiaro che Žavbija alle sue autorità inquirenti non abbia raccontato la verità sulla sua attività svolta sui campi di battaglia della Siria, così come non sembra palusibile la sua attività di infermiere delle milizie contrarie al regime del presidente Assad.

Lo scorso autunno, lo ricordiamo, c’è stato anche in Slovenia un forte dibattito sui propri cittadini che sarebbero andati a combattere in Medio Oriente con le forze islamiche. Almeno uno di questi non ha fatto ritorno in patria. Si tratta di Jure Korelc il quale, dopo essersi convertito all’islam, ha imbracciato le armi sui campi di battaglia siriani dove, secondo i servizi sloveni, sarebbe anche stato ucciso già nell’aprile del 2014. Quindi un combattente della prima ora.

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