Arredi “low cost” e affitto fino al 2023. Il California Inn finisce all’asta
TRIESTE La Carpe Diem 2000, la società che gestiva il ristorante-bar California Inn di Barcola, è fallita da un pezzo. Ma il futuro del locale può essere risollevato. Il 29 gennaio è infatti il giorno in cui è stata fissata l’asta, curata dal commissario Paolo Taverna, per vendere il ramo d’azienda. E un’offerta c’è già. Si parte da 50 mila euro. Solo 30 mila riguardano il valore degli arredi. Una base per nulla esosa, che potrebbe fare gola a più di qualche imprenditore. C’è un “ma”. Chi si prenderà l’onere di portare avanti l’attività, infatti, subentrerà a un contratto di locazione di tremila euro al mese: la scadenza pattuita tra i proprietari dei “muri” e i precedenti locatari è fissata a giugno 2023, anche se forse ci potrebbe essere un margine di trattativa per il rinnovo.
Ci sono meno di una ventina di giorni per farsi avanti e prendere le redini di questo locale, che è stato uno dei più popolari presenti sul lungomare barcolano.
Luigi Brescia, a capo della Carpe Diem 2000, è obbligato ad abbandonare il timone in seguito al fallimento legato all’ex bar Audace, affacciato su piazza Unità e che a breve sarà sede del nuovo minimarket Despar. Alla base del crac decine e decine di migliaia di euro per presunti affitti non versati alla Bnp Paribas, proprietaria del foro del palazzo in piazza Unità, gruppo bancario per il quale la Carpe Diem faceva da tramite con la Sting bar srl, che aveva gestito l’ex bar Audace, poi divenuto Sting 4 Continenti, dal 2014 al 2017.
La società aveva dato in affitto la licenza del locale alla Sting bar srl che, a detta dei quattro giovani gestori che avevano dato vita al bar Sting 4 continenti, versava regolarmente gli affitti alla Carpe Diem, per l’appunto. La somma corrispondeva a seimila euro più Iva al mese, in cui erano compresi come si è detto gestione e affitto “muri”.
Ma, raccontava all’epoca il giovane gruppo di imprenditori, a novembre 2016 aveva ricevuto uno sfratto per morosità. Quello che sarebbe emerso dopo - e che la Sting bar srl avrebbe comprovato portando a Palazzo di giustizia le ricevute degli effettuati pagamenti - è che la Carpe Diem in realtà non avrebbe mai versato gli importi dovuti alla Bnp Paribas.
In tutto si tratterebbe di un ammanco di canoni d’affitto per circa due anni, che potrebbero superare il centinaio di migliaia di euro. La stessa Carpe Diem 2000 srl aveva comunque reclamato che la Sting bar srl venisse condannata al pagamento di «asserite differenze su canoni pregressi, anche dopo lo sfratto» e il suo fallimento.
Una sorta di “legge del contrappasso” che ora ha portato la Carpe Diem 2000 a deporre le armi proprio per essere stata ritenuta la diretta responsabile del mancato saldo degli affitti. Non avendo evidentemente la Carpe Diem le possibilità economiche per restituire la somma che la Bnp Paribas richiedeva, il gruppo bancario non ha avuto altra possibilità che chiederne il fallimento.
Questa crisi economica si è poi riversata anche sul California Inn.
Ecco dunque che nel frattempo si è a caccia di un nuovo volto per il ristorante-bar di Barcola attraverso il curatore fallimentare Taverna, nominato in seguito alla sentenza di fallimento della società decreteta dal collegio del Tribunale, con giudice delegato Daniele Venier. Stando alle cronache di una decina di anni fa, tra l’altro, Luigi Brescia aveva preso in mano il bar, trasformato in ristorante-pizzeria, succedendo alla medesima proprietà che in passato aveva gestito la gelateria Zampolli di viale XX Settembre e il locale Gelato di Arnoldo di Riva de Amicis a Muggia e per cui nel 2009 il Tribunale aveva decretetato a sua volta il fallimento.—
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