Arnesi da scasso nell’auto: sloveno arrestato a Gorizia, denunciato il complice

Viaggiava con un complice su un’auto risultata rubata. Fermato in via Duca d’Aosta mentre osservava le case circostanti

Francesco Fain
Una parte del materiale che è stato sequestrato ai due cittadini sloveni Foto Polizia di stato
Una parte del materiale che è stato sequestrato ai due cittadini sloveni Foto Polizia di stato

Custodiva all’interno di un’utilitaria, risultata rubata, diversi oggetti per lo scasso e atti ad offendere: dalla flex a un coltello, dalle pinze al taglierino, dai cacciaviti ai passamontagna ma anche tanto altro. Per lui sono scattati gli arresti, poi convalidati dal Gip. Aveva anche un complice che è stato denunciato a piede libero per ricettazione e porto di armi atte ad offendere.

La ricostruzione

Protagonisti due cittadini di nazionalità slovena. Ecco come sono andate le cose. Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha fermato un uomo sospetto, classe 1996, che aveva dichiarato false generalità ai pubblici ufficiali. Assieme a lui c’era un trentanovenne. Il tutto è avvenuto nel quadro delle attività notturne di controllo del territorio, finalizzata alla prevenzione e al contrasto dei reati in genere e, in particolare, dei furti in abitazione che hanno conosciuto, nell’ultimo periodo, una recrudescenza.

Fare sospetto

Una pattuglia della Squadra volante della Questura di Gorizia stava transitando lungo via Duca d’Aosta quando ha notato la presenza di due persone che hanno, subito, insospettito i poliziotti. Uno di loro era accanto ad un’autovettura in sosta, con targa straniera, ed era intento ad osservare le abitazioni circostanti, l’altro invece era seduto sui sedili posteriori della medesima vettura. Gli agenti si sono subito avvicinati per l’effettuazione di un controllo.

«Uno dei due - fa sapere la Questura di Gorizia - si è dimostrato, da subito, particolarmente nervoso e per niente collaborativo ed è, in quel frangente, che ha fornito generalità, poi rivelatesi false».

Le indagini

I sospetti sono aumentati visto tale comportamento e visto, soprattutto, il tentativo di indurre in errore gli operatori. Ed è così che i poliziotti hanno fatto, nell’immediato, un supplemento di indagine e hanno riscontrato che la Daewoo Matiz sulla quale si muovevano i due risultava essere oggetto di un furto, già denunciato dal proprietario.

Indizi di colpevolezza

È scattata, così, la perquisizione personale dei due uomini: perquisizione che è stata estesa anche all’utilitaria. Ed è in quel momento che sono emersi pesanti indizi di colpevolezza sul loro conto. Occultati all’interno di due zaini sono stati rinvenuti alcuni passamontagna, guanti, una smerigliatrice angolare (comunemente chiamata flex), un manganello, un coltello, delle pinze, un taglierino, un paio di torce, cacciaviti e chiavi da lavoro di diversa misura. Tutto il materiale e l’autovettura sono stati posti sotto sequestro.

L’arresto e la denuncia

Alla luce di quanto emerso, il cittadino sloveno, a cui è stata anche notificata la misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Gorizia, è stato tratto in arresto e condotto alla locale Casa circondariale di via Barzellini per essere posto a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Nei giorni successivi, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gorizia ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare del divieto di dimora in tutta la Regione Friuli Venezia Giulia.

Al termine delle attività, il presunto complice sempre di nazionalità slovena - come dicevamo - è stato denunciato a piede libero per ricettazione e porto di armi od oggetti atti a offendere.

Il divieto di ritorno

Non solo. È stato avviato il procedimento per l’irrogazione del provvedimento del questore del divieto di ritorno nel Comune di Gorizia. L’attenzione, in questi ultimi giorni, si è fatta ancor più grande da parte delle forze dell’ordine, vista la sfilza di furti nelle abitazioni dove, in diversi casi, si è registrato anche l’utilizzo della flex per penetrare al loro interno. È altrettanto vero, specifica la Questura, che «il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e vige la presunzione di innocenza delle persone indagate fino a sentenza di condanna definitiva». —

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