Armato di coltello entra in una scuola di Zagabria: uccide un bimbo e ne ferisce tre
È gravissima anche una maestra dopo l’attacco. L’assalitore è un ex alunno, un croato di 19 anni «instabile»
Tre bambini feriti e uno ucciso, un’insegnante in gravi condizioni. È il luttuoso bilancio dell’aggressione all’arma bianca avvenuta venerdì mattina in una scuola primaria di Zagabria, un gravissimo episodio che ha sconvolto non solo la capitale ma addirittura l’intera Croazia. Il Paese mai prima di ieri aveva conosciuto casi del genere, con i più piccoli come obiettivi. L’aggressore è un giovane croato di 19 anni.
La dinamica
L’aggressione è avvenuta poco prima delle dieci di mattina alla scuola primaria “Precko”, nella periferia occidentale della città. A confermare che qualcosa di terribile era accaduto è stata la polizia che, un’ora dopo, ha informato con uno stringato comunicato che «un giovane uomo» aveva «ferito con un oggetto appuntito un’insegnante e vari scolari» e che l’assalitore era «stato fermato» dagli agenti. A stretto giro di posta sono arrivati gli aggiornamenti. Che hanno fatto gelare il sangue. «Secondo le informazioni che abbiamo, un bimbo di sette anni», accoltellato nella scuola, «è morto dopo i tentativi di rianimazione», ha reso noto la ministra croata della Salute, Irena Hrstić, mentre alcuni media hanno parlato di una bambina. Le autorità sanitarie di Zagabria hanno specificato che l’insegnante ferita è «grave», i bimbi feriti stabili, nessuno in pericolo di vita. Ma chi è, l’assalitore? E soprattutto quali i motivi del gesto? Il blackout informativo è durato a lungo, con dettagli che sono cominciati a filtrare solo alcune ore dopo l’attacco, mentre i media locali descrivevano scene orribili, bimbi in fuga dalla scuola e genitori disperati, in attesa di sapere se i loro figli fossero in salvo.
Il killer
L’assalitore è un «cittadino croato di 19 anni», è un ex studente dell’istituto e vive vicino alla scuola, ha infine svelato il ministro degli Interni Davor Božinović, che ha aggiunto che i bambini non sono stati «colpiti in una classe», ma «nei corridoi» della scuola. Il giovane è stato arrestato una decina di minuti dopo aver compiuto l’aggressione. Aveva tentato di fuggire e si era rintanato nel bagno di un vicino ambulatorio. Lì ha tentato di suicidarsi con l’arma prima usata per l’aggressione, ma la polizia è riuscita a fermarlo, ha aggiunto Božinović. Che ha poi chiarito che l’uomo era conosciuto perché aveva «disturbi mentali» e aveva «tentato il suicidio già un anno fa». Non si tratta di «un atto terroristico», ha successivamente confermato anche il ministro dell’Educazione, Radovan Fuchs. E pure la madre del 19enne, sentita dai media locali, ha detto che il figlio aveva seri problemi mentali e una «personalità instabile» con tendenze violente e autolesionistiche.
Le reazioni
La tragedia di Zagabria è «una catastrofe», così l’ha definita un papà infuriato fuori dalla scuola, denunciando le inesistenti misure di sicurezza negli istituti, in particolare niente metal-detector. «Siamo sconvolti, come l’intera opinione pubblica croata, per la tragedia nella scuola», ha affermato da parte sua il premier croato, Andrej Plenković, mentre il presidente Zoran Milanović ha detto di «non aver parole per esprimere il dolore». Dolore è anche il termine usato dall’amministrazione cittadina di Zagabria, che ha parlato di una «grande tragedia per la città e la nazione intera» e ha assicurato che offrirà «assistenza psicologica agli alunni, ai genitori e allo staff della scuola».
I precedenti
L’atroce vicenda di Zagabria arriva a un anno e mezzo dall’orribile massacro alla scuola “Ribnikar”, a Belgrado, dove un tredicenne aveva aperto il fuoco sui compagni e su un custode, bilancio dieci morti e sei feriti – e il giorno dopo un’altra strage messa in atto da un giovane nei villaggi di Dubona e Orasje, sempre in Serbia, aveva fatto nove vittime.
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