Area Science apre al Sud: un patto per l’innovazione
TRIESTE. «Vogliamo lanciare un collegamento fra il Nordest e il Sud Italia per sostenere un network di conoscenza per le imprese e scovare giovani laureati di talento. I ragazzi del Sud vanno a cercare lavoro Torino e Milano oppure all’estero. Vogliamo aprire per loro un canale con Trieste e il Nordest»: così Stefano Casaleggi, direttore generale di Area Science Park ha spiegato lo sbarco dell’istituzione scientifica triestina nel Sud Italia.. Condivisione di conoscenze scientifiche e competenze tecnologiche, per mettere in rete e ottimizzare l’utilizzo di infrastrutture di ricerca, per realizzare progetti basati sull’innovazione e che abbiamo ricadute dirette sui territori: sono questi i principali obiettivi dell’accordo quadro siglato ieri a Fisciano da Università di Salerno e Area Science Park. L’intesa è l’estensione nazionale del Sistema Argo, il progetto di ricerca applicata al sistema industriale made in Area Science Park partito un anno fa che dovrebbe essere pronto a fine ottobre. Argo è nato da un’intesa tra Regione Friuli Venezia Giulia, il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur) e il Mise con un budget da circa 9 milioni di euro in tre anni. É promette di fare del Friuli Venezia Giulia un modello nazionale di innovazione con lo sguardo rivolto al Sud.
Il Magnifico Rettore di Salerno, Aurelio Tommasetti, al fianco di Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park, e del direttore Stefano Casaleggi, ha spiegato ieri che tra i principali obiettivi di questa sinergia vi è la nascita «entro l’anno» nel campus di Fisciano in provincia di Salerno della prima sede operativa di Area Science Park al Sud: «Con l’aiuto dei triestini vogliamo creare un nuovo sistema industriale basato sull’innovazione di processi e prodotti in grado di aumentare la produttività economica del territorio e generare nuovi posti di lavoro». Si creerà oLa sede di Area Science Park, ospitata presso i campus di Fisciano e Baronissi, dove saranno attrezzati spazi per oltre 600 metri quadrati (uffici, un centro di calcolo a elevate prestazione e un laboratorio di spettrometria di massa), darà lavoro a una quindicina di persone.
«Vogliamo creare nuove opportunitàà di occupazione per giovani laureati, puntare sulla digitalizzazione dei processi aziendali e sul potenziamento di laboratori di ricerca che possano rispondere anche alle esigenze delle imprese», chiarisce Casaleggi. «Essere partner dell’Università di Salerno, un ateneo di eccellenza sia per la qualità della didattica che per i risultati della ricerca, significa mettere in rete competenze scientifiche e tecnologiche e infrastrutture di ricerca e far in modo che lavorino in sinergia», aggiunge Sergio Paoletti. Ma in quali settori? In gioco c’è il trasferimento tecnologico e alla valorizzazione dei risultati della ricerca, con una particolare attenzione alla genomica, all’epigenomica e all’analisi dei dati. La collaborazione tra l’Università di Salerno e Area Science Park peraltro è già attiva. Da qualche mese è in cantiere Bio Open Lab, progetto – che include nella partnership anche l’Università del Salento – per potenziare le infrastrutture di ricerca a Trieste, Salerno e Lecce e metterle in rete a livello europeo grazie al consorzio Ceric-Eric, un’infrastruttura di ricerca dedicata all’analisi e alla sintesi su scala nanometrica di materiali e biomateriali, in ambiti che spaziano dalle scienze dei materiali a quelle della vita. La strumentazione acquisita e quella in fase di acquisizione sarà a disposizione di un’ampia comunità di ricercatori e imprese e supporterà l’indagine nel campo delle scienze “omiche” (genomica, epigenomica e proteomica a Trieste e a Salerno) e della biologia strutturale (a Lecce), con importanti ricadute nella ricerca biomedica, anche a livello clinico. —
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