Archiviata la querela contro Giurastante
Controquerela archiviata. Ieri il giudice Luigi Dainotti ha cestinato un’altro braccio di ferro legale tra “indipendentisti contro”, archiviando per l’appunto definitivamente l’opposizione all’archiviazione delle indagini a carico dei totem di Trieste Libera Roberto Giurastante e Paolo G. Parovel, archiviazione che era stata chiesta peraltro dallo stesso pm Federico Frezza, titolare del fascicolo. Tale opposizione era stata avanzata a suo tempo da sei degli otto rappresentanti di Territorio Libero 3 (tra cui i leader Vito Potenza, Stefano Ferluga, Sandro Giombi e Adriano Ciacchi) i quali avevano controquerelato per calunnia e diffamazione gli stessi Giurastante e Parovel a seguito dello scambio di accuse tra ex compagni di movimento, in particolare via web, sfociato in denunce incrociate. Ebbene, archiviata in precedenza la prima querela della coppia di Trieste libera, ora è il tempo della fine anche per la “reazione” a quella. Così ha deciso, nella giornata di ieri, sciogliendo dopo 24 ore la riserva assunta in occasione dell’udienza decisiva di mercoledì scorso, lo stesso giudice Dainotti, che non ha ravvisato fatti penalmente rilevanti, tali da mantenere viva la possibilità di un rinvio a giudizio a carico di Giurastante e Parovel su precisa denuncia dei loro ex amici ed ex compagni d’avventura nella prima Trieste Libera.
L’udienza di mercoledì mattina era una sorta di appendice meramente giuridica a quella precedente, andata in scena lo scorso 7 gennaio. Era stata, quella, un’udienza sostanzialmente “inesistente”, in quanto nessuno dei sei oppositori alla richiesta d’archiviazione avanzata dal pm Frezza al gip Dainotti aveva timbrato il cartellino della propria presenza, né in prima persona né per delega di un avvocato. Il motivo tecnico era stato un mero difetto di notifica, ovvero la loro mancata convocazione da parte del Tribunale: le “lettere” in cui si fissava l’udienza a Foro Ulpiano per il giorno successivo alla Befana erano infatti state scritte nel modo giusto ma erano finite nel posto sbagliato. La notifica - come aveva preso atto allora il gip Dainotti - era avvenuta nello studio dell’avvocato Federica Romanin, nel frattempo revocato come difensore da Potenza e soci. Solo un manipolo di loro fedelissimi, che non c’entravano però con la “causa”, si erano fatti vedere quel giorno fuori dall’aula delle udienze preliminari, ad assistere in silenzio all’ingresso e, poco dopo, all’uscita di Giurastante e Parovel. (pi.ra.)
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