Architetti e ingegneri? Lavorano bene insieme

Settecento iscritti all'anno, anche da Slovenia, Croazie e Albania: ottimi dati sull'inserimento lavorativo dei laureati
Paolo Rosato, direttore del dipartimento di Ingegneria e Architettura
Paolo Rosato, direttore del dipartimento di Ingegneria e Architettura

Architetti e ingegneri son come cane e gatto ma all'occorrenza lavorano assieme. E bene. L'assicura il direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura Paolo Rosato. Con 104 docenti, una cinquantina di tecnici e amministrativi e 54 settori scientifici diversi, il dipartimento è una corazzata dell'ateneo.

Direttore, cosa è cambiato con le riforme?

«Molto. Il dipartimento odierno nasce da una serie di fusioni: nell'ultima fase sono stati riuniti tre dipartimenti: Ingegneria Civile e Architettura, Ingegneria Meccanica e Navale, Ingegneria Industriale e dell'Informazione. Inoltre sono confluite le due ex facoltà di Ingegneria e di Architettura. Tutte entità diverse tra loro».

Architetti e ingegneri riescono a dialogare?

«Meglio di quanto si pensi. Soprattutto a livello operativo c'è spazio per grandi sinergie: quando si riesce a farla la sintesi è positiva. In fondo esistono già realtà in cui Ingegneria e Architettura lavorano all'unisono: penso all'esperienza consolidata dei Politecnici».

Qual è la vostra offerta didattica?

«I corsi di laurea sono quattro: Ingegneria civile e ambientale; Ingegneria dell'informazione; Ingegneria industriale; Ingegneria navale. I laureati in ingegneria possono scegliere poi fra nove corsi di laurea magistrale. A partire da quest'anno la formazione in Architettura sarà articolata in una laurea magistrale a ciclo unico di cinque anni, con numero programmato di 60 studenti. Ci pare il modo più razionale per formare architetti preparati».

Il dipartimento opera su più sedi.

«Sì, oltre a Trieste ci sono Pordenone e Gorizia. A Gorizia c'è il corso laurea magistrale a ciclo unico in Architettura, mentre a Pordenone si svolge un corso di laurea magistrale in inglese, Production engineering and management, in collaborazione con l'Università di scienze applicate di Lippe (Germania): un corso che consente di accedere al doppio titolo, italiano e tedesco».

Il post laurea?

«La nostra scuola di dottorato in Ingegneria e Architettura che prevede tre indirizzi: ingegneria meccanica, navale, dell'energia e della produzione; ingegneria civile e architettura; ingegneria dell'informazione. Compartecipiamo a due altri dottorati prestigiosi dell'ateneo: Earth science and fluid mechanics e Nanotecnologie. Ci sono poi i master in Ingegneria clinica di primo e secondo livello».

Come si sviluppa la ricerca?

«Un dipartimento multidisciplinare come il nostro è in grado di mettere in pratica le sinergie fra discipline che tutti auspicano. I temi specifici si possono riassumere in alcune aree: energia; ambiente e territorio; nanotecnologie; progettazione di processo e di prodotto; tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni; logistica e ingegneria dei trasporti. Abbiamo una forte capacità di attrarre finanziamenti: nel 2013 abbiamo ottenuto nove milioni di euro, di cui tre derivanti da servizi per conto terzi. Lavoriamo con molte imprese regionali, nazionali e internazionali, come Fincantieri e Wartsila«.

Come vanno le iscrizioni?

«Abbiamo circa 700 iscritti l'anno, provenienti dal Friuli Venezia Giulia, dal Veneto, ma anche dalla Slovenia, Croazia e Albania».

Quanti laureati trovano lavoro?

«I dati Almalaurea parlano del 75% a un anno dalla laurea, del 92% a tre anni. La maggior parte entra nel settore privato».

Quali sono le criticità?

«Ci preoccupa il calo dei docenti. Ne abbiamo persi molti in passato e ne perderemo ancora con i pensionamenti. Abbiamo fatto fronte all'emorragia con le razionalizzazioni, ma abbiamo anche dovuto ridurre l'offerta. Speriamo di non doverla ridurre ancora in futuro». «Abbiamo poi un problema analogo - conclude il professor Paolo Rosato - con il personale tecnico di laboratorio: figure fondamentali per erogare servizi alle imprese, da cui deriva una fetta consistente dei nostri fondi per la ricerca».

(10- Segue. Le puntate precedenti sono state pubblicate il 23 e 30 maggio e il 4, l'11, il 18 e il 25 giugno, il 2,  il 9 e il 16 luglio)

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