Aprono per errore il loculo del padre e gettano i suoi resti nell’ossario comune
Ci sono errori banalissimi che provocano conseguenze irreparabili. Lo ha scoperto suo malgrado il 74enne che, una mattina, ha fatto visita in cimitero al defunto padre e non l’ha più trovato al suo posto. Le ossa del genitore, tirate fuori dal loculo per colpa di uno sbaglio nella trascrizione della scadenza della concessione, erano sparite, e per sempre, perchè gettate nell’ossario comune di Sant’Anna. Un affronto che il Comune ora risarcirà versando all’uomo 12 mila euro.
Tutto è iniziato il primo novembre dell’anno scorso. Quel giorno Adriano Tempone, recandosi insieme alla moglie sulla tomba del padre defunto 26 anni fa, ha trovato un’amarissima sorpresa. I resti del papà non c’erano più. Fotografia sparita, incisione sul loculo con il nome del fu Giovanni Tempone pure. «Abbiamo trovato un buco, il loculo che conteneva le sue ossa, sistemato a fianco a quello di mia madre, era aperto e vuoto. Di mio papà non c'era traccia, stavamo per sentirci male. Chieste spiegazioni al personale del cimitero abbiano scoperto che era stato trasferito nell'ossario comune», ricorda Adriano.
Alla base di questa storia che ha dell'assurdo, come detto, un’errata trascrizione della scadenza della concessione cimiteriale. La vicenda ha inizio nel 1981. In quell'anno, nel loculo ossario 1593 del campo 32 di Sant'Anna, vengono sistemati i resti di Filippo Aurelio. La scadenza della concessione di quel loculo viene fissata, come previsto, 25 anni dopo, ovvero nel 2006, Nel 1994 la famiglia del defunto Filippo Aurelio decide di spostare i suoi resti in un altro loculo, assieme a quelli di un altro familiare. A quel punto, nel loculo ossario 1.593 vengono sistemati i resti del povero Tempone e nel loculo accanto quelli della moglie. «In quell'anno - spiega il figlio Adriano - noi abbiamo sottoscritto la concessione di quel loculo e di conseguenza sapevamo di poter stare tranquilli fino al 2019, ma purtroppo le cose non sono andate così e ora io e la mia famiglia non abbiamo una tomba dove piangere e ricordare mio padre, i suoi resti sono ammassati assieme ad altri, non più distinguibili e, soprattutto, non sono più accanto a quelli di mia madre».
Ma cosa ha generato questo grave danno? Un errore di trascrizione dei dati nei registri cimiteriali su supporto informatico - avvenuto in anni in cui il servizio cimiteriale era gestito dal Comune e non da AcegasApsAmga, subentrata nel 2000 -. Un errore appunto che, nelle indicazioni relative a Tempone, ha mantenuto la data di scadenza della concessione relativa a Filippo Aurelio fissata per il 2006 e non per il 2019. Così, lo scorso anno, quando è stato avviato l'allestimento di nuove sepolture nei loculi ossari fuori terra del campo 32 per i quali risultava scaduta la concessione venticinquennale, e non risultava essere pervenuta alcuna richiesta di rinnovo da parte dei parenti, anche i resti di Tempone sono stati estumulati e sistemati nell'ossario comune. «Mio padre è stato un operaio della Ferriera, - racconta il figlio Adriano -. Si è spaccato la schiena per tutta la vita, non avrei mai permesso che i suoi resti finissero in una fossa comune, mai lo avrei diviso da mia madre. Non avevamo ricevuto alcun avviso di scadenza ma ora, purtroppo, il danno non è riparabile. Così mi sono rivolto ad un avvocato».
«Partecipiamo al dolore della famiglia, siamo dispiaciuti e consapevoli che nessuna cifra potrà riparare l'accaduto», sottolinea l'assessore comunale Elisa Lodi. Tempone si è affidato all'avvocato Marco Vascotto, che ha chiesto al Comune i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal suo assistito per l'illegittima estumulazione dei resti del padre. A quel punto, per evitare un'azione giudiziaria, è stato avviato un procedimento di negoziazione assistita che si è concluso con un accordo che prevede il Comune versi a Tempone 10mila euro e AcegasAps Amga 2 mila. —
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