Apre la sezione gay nel carcere di Gorizia

I tre detenuti devono stare sempre in cella per problemi di sorveglianza. Presenti 28 agenti su un organico previsto di 43. Rischio paralisi
Il carcere di Gorizia
Il carcere di Gorizia

GORIZIA. Apre la sezione omosessuali, unica nel Friuli Venezia Giulia, e il carcere di Gorizia rischia la paralisi. Complice anche la drammatica situazione dell’organico privato di almeno dieci agenti e gravato da diverse assenze lunghe per malattia. Nella sezione omosessuali ci sono tre detenuti, provenienti da Trento e da Bolzano. Dal capoluogo altoatesino è giunto Cleto Daniel Tolpeit, 45 anni, che lo scorso 24 gennaio ha ucciso la madre di 86 anni con una trentina di coltellate. La tragedia si è consumata a San Lorenzo di Sebato, vicino a Brunico.

La conferma che i problemi di gestione del carcere di Gorizia sono gravi arriva dal sovrintendente di Polizia penitenziaria Alessio Macor della Fns-Cisl. La sezione omosessuali è stata istituita senza però dotarla delle necessarie strutture né provvedendo al rinforzo dell’organico. Il risultato è che i tre ospiti dichiaratisi omosessuali - e definiti “problematici” - sono rinchiusi in due celle nell’ala ristrutturata del carcere. In una cella è rinchiuso uno, due nell’altra. Impossibile la convivenza di tutti e tre nella stessa cella.

Carcere, lavori in stand-by e organici ridotti all’osso

I tre, per mancanza di spazi adeguati e di personale di sorveglianza, non possono mai uscire dalle celle, né impegnarsi nelle attività culturali, scolastiche e lavorative come gli altri detenuti. Una doppia reclusione. Tra i vari altri problemi sul tappeto c’è anche la mancanza di una sala colloqui tra detenuti e avvocati degna di questo nome.

La saletta sarà a breve attrezzata ad ambulatorio dove, tra l’altro, si procederà al tampone sui detenuti per la schedatura del Dna. Il quadro che fornisce Macor è di un carcere al limite dell’operatività: «In effetti la situazione si è aggravata a seguito dell' apertura della nuova sezione “omosessuali” che per garantire la piena efficienza deve essere vigilata con continuità e maggior attenzione, cosa assai complessa da attuare con l' attuale organico. Sono stati accorpati molti posti di servizio, pertanto tre uffici, che prevedevano tre unità più i sostituti al momento sono retti da una sola unità e anche gli altri addetti ai servizi fissi sono chiamati a coprire le esigenze del turno e pertanto tutto il personale è allo stremo arrivando a effettuare turni di 8 ore diversamente dalle 6 previste dall' accordo quadro, raggiungendo anche 40 ore di straordinario mensili.

È in questa situazione che il personale si vede tolti i riposi settimanali o viene richiamato in servizio al termine del proprio turno. Così stando le cose, lavoriamo solo sulle emergenze procrastinando attività che in realtà non sono secondarie. Non essendoci un direttore in pianta stabile, la ordinaria gestione amministrativa ne soffre considerando che l' attività dell'istituto è molto burocratizzata e richiede un enorme dispendio di lavoro ed energie. Attualmente la pianta organica è di 40 unità a fronte delle 43 previste. Ma causa assenze a vario titolo in servizio vi sono 28 agenti».

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