Apre il campus universitario all’ex Ospedale militare di Trieste foto

TRIESTE La macchina d’epoca rimessa a nuovo era in vetrina da un pezzo. Minimo da sei mesi, dalle Giornate Fai che a marzo avevano esibito anche internamente, al di là delle facciate, il restauro dell’ex Ospedale militare trasformato in campus universitario. Un’operazione da 14 milioni per 14 mila metri quadrati (su cinque piani) e per 14 anni d’impaludato itinerario burocratico. Da martedì scorso - giorno dell’aggiudicazione definitiva, guarda caso il 14 del mese in corso - esiste pure il pilota: una società toscana specializzata nella gestione di residenze universitarie, che si dice pronta a girare le chiavi e pestare l’acceleratore affinché le prime stanze possano essere aperte «tra il 15 e il 20 ottobre». Morale: ci sono concrete possibilità che la struttura ricettiva inizi a riempirsi fra un mese.
Il bolide che nessuno aveva il coraggio di guidare - temendo che consumasse troppo e soffocasse ogni prospettiva imprenditoriale - ha dunque trovato qualcuno che il coraggio ce l’ha. Complici i due milioni di contributo spalmabili nel primo quinquennio che l’Università, per rendere evidentemente più sostenibile la sfida agli occhi dei privati, ha deciso di mettere sul piatto tra la prima e la seconda delle due aste andate deserte.
Al terzo tentativo è andata. Ieri, all’indomani come detto dell’aggiudicazione definitiva, e dopo quasi un mese di riserbo, il rettore Maurizio Fermeglia ha potuto vuotare il sacco e, in occasione di una conferenza stampa a piazzale Europa, ha presentato la società che si è presa la concessione per la gestione del campus per i prossimi cinque anni, rinnovabile di altri cinque. È la società che, la selezione a invito, l’ha vinta anzitutto con se stessa, se è vero che era stata l’unica - in un lotto di più di dieci soggetti contattati - a presentare una busta entro il 17 agosto. Si tratta della Srl di Firenze SoGes, presente ieri con il presidente Paolo Galardi e il figlio Andrea, il cui core business, oltre alla gestione di ville d’epoca in Toscana, è proprio la gestione di residenze universitarie. Le referenze sono le strutture in concessione dalle università di Bologna, Siena e Parma e dal Politecnico di Milano.
«È la conferenza stampa che non vedevo l’ora di fare», ha esordito Fermeglia girando la testa verso la lunga caccia al gestore e pure verso un iter iniziato quand’era «appena finita la Terza guerra punica». Scherzi a parte, il rettore ha presentato quelli della SoGes come gente che sa il fatto suo, «che già gestisce diverse residenze universitarie di eccellenza». Gente che, per come s’è esposta ieri, fa capire di sentire il peso delle responsabilità. «È una sfida difficile», così Galardi senior: «Sappiamo che saremo sotto osservazione. Come sappiamo che si tratta di una struttura d’eccellenza che, come tale, va sia conservata che gestita». Poi Galardi junior: «Siamo imprenditori e siamo consapevoli che se non riuscissimo ad aprire in tempo per l’anno accademico che va iniziando questo sarebbe perso. Il nostro impegno è quello di riuscire ad aprire a metà ottobre, con attrezzature e licenze».

Il primo step, il più imponente, sono gli arredi degli alloggi. Che saranno «di pregio», al livello delle altre residenze in gestione altrove: «Contiamo di avere pronte le prime camere tra il 15 e il 20 ottobre». Dopodiché si passerà agli spazi complementari, a cominciare dalla Casa del comandante, destinata a bar, minimarket, uffici, sale studio e conferenze. «Una struttura meravigliosa su cui è bene ponderare le scelte», ancora Andrea Galardi, che ha elencato altre prospettive tra breve («la possibilità di prenotare on-line le lavatrici») e medio termine («una piccola palestra» e «sale tematiche per singole discipline dell’ateneo»). Gli arredi sono la punta di un iceberg di obblighi contrattuali in carico al gestore che comprendono tra l’altro manutenzione ordinaria e straordinaria, custodia, pulizia, assistenza medica e noleggio di bici.
Un “di tutto” che ha scoraggiato quasi tutti. Tranne la SoGes, che ora d’altro canto può puntare sull’affitto a condizioni di «libero mercato» nella stagione estiva fino a un 10% dei posti letto totali nell’arco di un anno, e sulle 63 stanze singole di “classe B” destinate al caso a studenti di altre università, a docenti, ricercatori e borsisti di passaggio, per un 20% indicativo (e comunque fino a esaurimento) dei posti letto complessivi, conteggiati sempre dentro una time-line di dodici mesi.
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