Approvato il nuovo “governo” dell’acqua in Fvg
TRIESTE. È stata approvata ieri la legge regionale di riordino del servizio idrico integrato e della gestione dei rifiuti. Scontato il voto favorevole del centrosinistra e quello contrario del M5s, autore di 166 emendamenti che hanno allungato di molto la discussione. Meno scontato l’appoggio convinto di Ncd e l’astensione di Fi, Ar e Stefano Pustetto di Sel. Una parte di Sel si ritrova non a caso sotto la Regione assieme ai grillini, per protestare contro la norma che affiderà il governo dell’acqua e dei rifiuti a un’authority unica. Scopo della maggioranza è ridurre la frammentazione di un sistema basato oggi su cinque autorità territoriali dell’acqua, mancante di un’autorità per i rifiuti e polverizzato fra molte gestioni. Il fine è concentrare, per garantire la bancabilità degli interventi necessari per migliorare un sistema di depurazione insufficiente e oggetto di procedure di infrazione europea, tamponare la dispersione idrica, colmare il gap infrastrutturale della montagna. Il governo del sistema, basato appunto sull’autorità unica (Ausir), avrà un doppio livello di rappresentanza: da una parte un’assemblea regionale, composta da un membro per ciascuna Uti, che elaborerà il piano d’ambito, delibererà sull’affidamento della gestione e predisporrà la tariffa di base. Dall’altra, quattro assemblee provinciali, dove siederanno i sindaci del territorio, che daranno pareri vincolanti su programmazione, possibili fusioni interprovinciali, investimenti e tariffe.
Per l’assessore Sara Vito, «si produrrà così un governo efficace dell’acqua e dei rifiuti, che metterà al centro i sindaci». Ma l’attenzione della giornata è tutta sul ciclo idrico e Vito rassicura: «Mettiamo al centro il pubblico e non calpestiamo il referendum del 2011». Il primo firmatario della legge, Vittorino Boem (Pd), è d’accordo: «Si insinuano mistificazioni e paure ingiustificate. L’acqua bene pubblico non è in discussione, le scelte strategiche spetteranno ai sindaci e non alle società di gestione». Non sembra pensarla così il presidio, per la verità sparuto, raccolto sotto il palazzo da Paolo Menis (M5s) e Marino Sossi (Sel): entrambi criticano una misura che punta a ridurre a una per provincia le società di gestione, pubbliche o quotate in borsa che siano. Menis parla di «legge schifezza fatta per il gruppo Hera: prevedo l’affidamento a un gestore unico regionale, che poi appalterà i servizi sui singoli territori, con l’effetto di far saltare la gestione pubblica in alcune zone del Friuli Venezia Giulia».
Sossi ritiene che «il centrosinistra avrebbe dovuto fare come in Lazio, stanziando fondi per sostenere il ritorno dei Comuni alle gestioni pubbliche, invece di mantenere privatizzazioni disastrose, come a Trieste». La polemica in casa Sel si riverbera in Consiglio. L’astenuto Pustetto attacca le scelte del Pd a livello nazionale e teme «il rischio di un sistema regionale unico, che verrà poi esternalizzato al privato». Dal canto suo, il capogruppo di Sel, Giulio Lauri, opta per ritirare l’emendamento suggerito da Pustetto, per incentivare l’affidamento dei servizi a società pubbliche. Per Lauri, «sarebbe impugnato dal governo. La legge definisce l’acqua "bene comune", rafforzandone la gestione pubblica. Sfido chi protesta a indicarci in che articoli si prevedono gestioni private».
Un punto che trova favori nel centrodestra. Alessandro Colautti (Ncd) parla di «norma necessaria, per superare la frammentazione. Gli attacchi strumentali su inesistenti rischi di privatizzazione sono ideologici ed emotivi». Concorda Riccardo Riccardi, che spiega l’astensione di Fi con la volontà di «rispondere a chi fa finta che nella legge si parli di privatizzazioni, quando si cerca invece di garantire, magari male, gli investimenti dei Comuni. Al M5s auguro di governare: capirà quanto sono teoriche le lezioni che ci fa». Ma i grillini non mollano: «La legge getta le basi per consentire ai grandi gestori privati di speculare sull’acqua pubblica: i cittadini dovranno affrontare bollette sempre più care».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo