Appello di Roberti alle forze politiche «Armiamo i vigili»
Il terrorismo e la criminalità non si possono combattere con il libretto delle multe in mano. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che il vicesindaco Pierpaolo Roberti, attraverso una lettera aperta, ha voluto lanciare ai cittadini di Trieste e agli agenti di Polizia locale operanti sul territorio comunale. La lunga e articolata riflessione dell'esponente del Carroccio ha preso spunto dai tragici fatti di Berlino, «dall'attentato di matrice islamica portato a termine da un tunisino arrivato in Italia con i barconi». Alla morte delle 12 vittime innocenti, falciate da un mezzo pesante lanciato tra i mercatini natalizi della capitale tedesca, ha fatto seguito l'uccisione dell'attentatore Anis Amri, avvenuta a Milano nel corso di un normale controllo di polizia. «Se al posto dei poliziotti ci fossero stati degli agenti di Polizia locale - sottolinea Roberti - , oggi non parleremmo di eroi, ma forse piangeremmo i due agenti che a Trieste, purtroppo, non sono armati e che sarebbero stati costretti ad affrontare un feroce terrorista con un libretto delle contravvenzioni». Le parole di Roberti, al quale è stata affidata anche la delega alla Sicurezza e alla Polizia locale, in alcuni passaggi sembrano quelle di un consumato sindacalista. «Se da una parte molti dei compiti affidati alla Polizia locale sono già del tutto similari a quelli svolti dalle altre forze dell'ordine - così il vicesindaco - dall'altra parte non sono assolutamente equiparabili le tutele». Il riferimento di Roberti è agli indennizzi concessi a tutte le forze di polizia, in caso di danno fisico subìto durante lo svolgimento del proprio servizio, che invece viene negato agli operatori della Polizia locale. «Faccio notare - prosegue la nota - che quando Polizia, Carabinieri o Guardia di finanza effettuano un normale posto di blocco indossano giubbotti antiproiettili e imbracciano una mitraglietta». La riflessione si conclude con un accorato appello «a tutte le forze politiche» per fare in modo che si lavori insieme «affinchè, mettendo da parte le ragioni puramente ideologiche, anche la Polizia locale venga armata quanto prima» e per estendere agli agenti «le stesse tutele riservate alle forze dell'ordine». La risposta al vicesindaco è arrivata attraverso le parole di Fabiana Martini, capogruppo del Pd in Consiglio comunale e persona che fino a sei mesi fa ha ricoperto il medesimo ruolo istituzionale di Roberti. «Bandendo ogni approccio ideologico - così Martini - giudico che la proposta di armare la Polizia locale non sia funzionale. L'ordine pubblico viene garantito da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. Il costo delle armi, la loro manutenzione e la formazione del personale diverrebbe insostenibile. L'età media degli operatori è elevata e non si può procedere con le assunzioni se non restando entro i limiti che prevedono una certa proporzione fra il numero di agenti e il numero di abitanti». Martini si dice disposta a collaborare, «a patto che la volontà di dialogare sia reciproca», ma non rinuncia a lanciare al vicesindaco una stoccata in merito alla recente proposta di istituire le ronde. «Roberti continua a straparlare - la sua conclusione - per mascherare l'incapacità di governare dimostrata in questi mesi, con un regolamento di Polizia urbana zeppo di errori e bocciato in sette circoscrizioni su sette, comprese quelle guidate dalla sua maggioranza».
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