Appalti Gorizia, Bottillo (Gdf): «Quando si altera la libera concorrenza si crea un danno enorme: le imprese oneste vengono escluse»

TRIESTE «Una metastasi con frodi delle pubbliche forniture». Così il Comandante della Guardia di Finanza del Fvg Giuseppe Bottillo ha definito il sistema di corruzione e di illeciti oggetto dell’inchiesta sugli appalti, resa nota oggi, mercoledì 21 novembre, a 18 mesi dall’avvio delle indagini, intervenendo in conferenza stampa sull’operazione «Grande Tagliamento».
Il Comandante ha usato anche il termine «indignazione per la gravità dei fatti che stanno emergendo» perchè «quando si altera la libera concorrenza si crea un danno enorme in quanto vincono sempre gli stessi e le imprese oneste vengono escluse». Un sistema in cui il «cittadino paga le tasse e poi paga anche in termini di incolumità, di pedaggi, di danni ambientali e altro».
E a proposito di infiltrazioni mafiose, Bottillo risponde: «No non ci sono - ha precisato - ma la cosa è ancora più grave. Dobbiamo smetterla di pensare che in Italia soltanto se ci sono infiltrazioni mafiose allora si tratta di un fatto grave. Questo - insiste - era un sistema ancora più grave: un sistema chiuso, di spartizioni a tavolino. E quindi non c’è bisogno che arrivi la camorra, la mafia o la ’ndrangheta, ma è invece sufficiente operare in un sistema chiuso di imprese che si accordano fra di loro per centinaia di appalti». «C’è quindi anche il reato di turbativa d’asta. E se c’è una cosa che mi sento di dire - conclude Bottillo - è che questo reato che valuto così grave viene però sanzionato dal legislatore con una pena da uno a cinque anni per una cosa molto seria. Un reato così grave viene sanzionato come un reato di importanza minore».
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