Aperture festive, a Bosco una multa da 16mila euro

Sforato il tetto di 25 domeniche, imposta la chiusura. Il titolare dei supermercati: licenziati 5 dipendenti. Il gruppo con Zazzeron attende l’esito del ricorso al Tar
FOTO BRUNI Trieste 12 10 09 Supermercato Bosco via Franca
FOTO BRUNI Trieste 12 10 09 Supermercato Bosco via Franca

di Giuseppe Palladini

Una multa di 16 mila euro e la diffida a tenere aperto nelle prossime domeniche, pena la chiusura dei supermercati per almeno sette giorni e anche fino a un mese. La pesante sanzione e la diffida sono state recapitate nei giorni scorsi a Fabio Bosco, amministratore della società Corona cui fanno capo sei supermercati e della Antonio Bosco snc proprietaria del Brico Center di via Giulia. La legge regionale sul commercio, che limita a 25 (più le quattro di dicembre) le domeniche di apertura in un anno per gli esercizi con più di 400 metri quadri, ha dunque colpito pesantemente.

«Domenica 16 ottobre abbiamo tenuto aperto, ed era la 26.a - racconta Fabio Bosco -. Ma solo sabato scorso la polizia annonaria ci ha recapitato la multa, 4mila euro per ogni supermercato oltre i 400 metri quadri, e la diffida. In sostanza ci hanno costretto a tener chiuso domenica scorsa. Con la recidiva - spiega - la sanzione sarebbe stata ancora più elevata e poi sarebbe arrivata anche la chiusura per almeno una settimana. Ci siamo consultati con il nostro avvocato: una multa più elevata sarebbe stata impossibile da sostenere».

Nel pomeriggio di sabato scoros i fratelli Bosco hanno quindi dovuto, in fretta e furia, bloccare il pane ordinato per domenica e avvertire i dipendenti di non venire a lavorare il giorno dopo. Trenta persone sono così rimaste a casa domenica scorsa. I mancati incassi si aggirano sui 40mila euro. Domenica sono infatti rimasti chiusi i supermercati di via Franca, via Coroneo, via Paisiello, via Settefontane, oltre al BricoCenter. Sono rimasti aperti solo quelli di piazza Goldoni e via Manna, in quanto di superficie inferiore ai 400 metri quadri.

Ma le conseguenze non si fermano qui: qualche giorno fa, per la mancanza di lavoro nelle prossime settimane, Bosco ha dovuto licenziare cinque dipendenti che aveva assunto con contratti cosiddetti domenicali.

Restando in tema di dipendenti, fra il 2009 e il 2010 le aziende dei fratelli Bosco hanno registrato un calo di 25 persone, in parte a causa della legge sul commercio e in parte per la crisi che ha inevitabilmente ridotto i volumi degli acquisti. «Si vive degli incassi, le banche non fanno credito - commenta amaramente Fabio Bosco -. Reggiamo, guardando al 9 novembre, Mai intanto cosa dobbiamo dire ai dipendenti precari?».

Il 9 novembre sarà una data fatidica non solo per i fratelli Bosco ma anche per la famiglia Zazzeron, che gestisce altri noti supermercati. Quel giorno il Tar si pronuncerà sulla richiesta di sospensiva che le tre società (due dei Bosco e una della famiglia Zazzeron) hanno inoltrato, attraverso gli stessi legali, depositando il ricorso neanche una settimana fa, dopo che ad agosto il decreto Tremonti (poi mendato a settembre) avrebbe liberalizzato le aperture domenicali.

Un’incertezza, questa, che ha coinvolto anche gli uffici comunali e ha fatto perdere tempo prezioso per la presentazione del ricorso. Dopo il successo ottenuto al Tar lo scorso maggio dalle Torri d’Europa, alla data del 9 novembre guardano ora, con apprensione ma anche speranza, non solo i Bosco e la famiglia Zazzeron ma anche tanti altri operatori commerciali.

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