Anziani del Gregoretti senz’acqua per ore

TRIESTE Ospiti e inservienti rimasti senz’acqua per ore. È accaduto tra ieri e l'altro ieri alla casa di riposo "Gregoretti" gestita dal Comune di Trieste, dove sono ospitati 88 anziani non autosufficienti. La struttura, che si trova in via Paolo de Ralli nel comprensorio dell'ex Opp, è rimasta a secco in seguito alla sostituzione di un contatore avvenuto mercoledì tra le tre e le cinque del pomeriggio. Un intervento di semplice routine affidato a una ditta che lavora per conto dell'AcegasApsAmga e che non avrebbe dovuto creare problemi. Ma il personale che opera all'interno dell'edificio si è accorto che qualcosa non andava già mezz’ora dopo, quando l'acqua ha iniziato a uscire dai rubinetti a una pressione troppo bassa. Un primo campanello di allarme a cui ha fatto seguito lo stop definitivo.
Nemmeno una goccia in nessuno dei lavandini dei quattro piani di degenza, compreso il piano terra e i sotterranei che ospitano magazzini e lavanderie. I responsabili hanno allertato subito la società che in genere si occupa delle manutenzioni e delle emergenze, ma non avrebbero ricevuto risposta se non il mattino successivo. E soltanto ieri attorno alle 14 è stato risolto il problema. Sul posto, ieri, anche l'assessore alle Politiche sociali Laura Famulari. Inevitabili i disagi per gli utenti e i dipendenti, come immaginabile, e le proteste dei familiari.
La casa di riposo si è attrezzata come ha potuto, con bottigliette e salviette umidificate. Ma per 24 ore non è stato possibile preparare le colazioni, usare le docce, lavare gli anziani, fare lavatrici né lavastoviglie. Per il pranzo sono stati utilizzati piatti e posate monouso. Una situazione di emergenza che ha reso necessario l'intervento di altre strutture comunali, tra cui la Bartoli, che hanno dato fondo, a loro volta, alle scorte di bottiglie. «Ci siamo arrangiati alla bell’e meglio - racconta una ragazza che lavora al Gregoretti -. Ma non è accettabile che la ditta non sia intervenuta subito, è inaccettabile che sia trascorsa un'intera serata, una notte e una mattinata senza acqua potabile. Non è possibile, come ho sentito dire, che la ditta abbia detto che non c'era nessuna emergenza. Noi siamo una casa di riposo - aggiunge - ci sono più di ottanta persone non autosufficienti, alcuni degli ospiti sono molto anziani. Ci sono anche degli ultra centenari. Ci rendiamo conto? Quanto è accaduto è grave».
Il motivo del guasto in effetti si è saputo appena il giorno seguente, riferiscono altri dipendenti. Ma perché, come si racconta al Gregoretti, nessuno sarebbe andato immediatamente a verificare il guasto? Perché si è atteso il giorno successivo? Il problema, stando alle ricostruzioni, risiedeva a una valvola antincendio, poi riparata. Ma l'assessore Famulari minimizza. «Il disagio c'era, questo è innegabile, e si è riscontrato dopo la sostituzione di un contatore previsto dal piano di manutenzione ordinaria a causa della rottura di una valvola del disconnettore antincendio. La ditta specializzata - spiega l'esponente della giunta Cosolini - è intervenuta non appena è riuscita a trovare i pezzi giusti per la riparazione. E questo era possibile farlo soltanto il mattino dopo, non la sera, perché il materiale andava acquistato. Faccio notare - aggiunge l'assessore - che il personale è stato perfettamente in grado di fronteggiare le criticità mettendo in atto i protocolli che si attuano in queste situazioni. Il disagio c'è stato, ripeto, ma tutto sommato contenuto anche grazie all'aiuto di altre strutture. Le colazioni infatti sono state fatte arrivare da un'altra casa di riposo e così anche le bottiglie d'acqua. I dipendenti hanno saputo rispondere prontamente a quanto accaduto, di questo va dato atto. Si è quindi trattato di un semplice guasto tecnico - ripercorre Famulari - risolto il prima possibile. Non parlerei di emergenza e tutto ora è a posto».
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