Antonione: «Spero che per l’amico Galan sia una sorta di Scherzi a parte»

L’ex parlamentare Pdl: «Avanti con le grandi opere pulite come in Friuli Venezia Giulia»
Silvano Trieste 10/05/2011 Il Ministro Giancarlo Galan in visita al Porto Vecchio
Silvano Trieste 10/05/2011 Il Ministro Giancarlo Galan in visita al Porto Vecchio

TRIESTE. «Quando ci sono bambini di mezzo, bisogna stare attenti, molto attenti». Roberto Antonione pensa alla figlia di Giancarlo Galan. Una premessa umana prima che garantista. Perché l’ex governatore del Veneto è un amico, una persona «con cui si stava volentieri anche fuori dal lavoro». Ed è dunque «sconcertante vederlo coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per il Mose».

Vicende personali a parte, l’ex parlamentare del Popolo della libertà del Friuli Venezia Giulia, già presidente della Regione e coordinatore nazionale di Forza Italia, non ha però dubbi sul tema grandi opere-corruzione: «È sbagliato sollecitare lo stop ai lavori. Lo testimonia proprio la storia onesta della nostra regione su questo fronte».

Quando ha conosciuto Galan?

Da governatore, nel 1998. Ci eravamo visti anche prima, incrociandoci in manifestazioni nazionali di Forza Italia, ma solo quando venni eletto abbiamo iniziato ad avere rapporti istituzionali frequenti visti gli scambi tra noi e il Veneto.

Siete diventati amici.

Certo, il carattere di Giancarlo agevolava. È una persona molto gradevole, brillante, tra i presidenti di Regione quello che sentivo più vicino per affinità umane e politiche. Ci accomunava anche il fatto delle bambine più o meno della stessa età.

L’ha sentito in queste ore?

Sono anni che non lo vedo e non lo frequento, ma ho sempre conservato nei suoi confronti un sentimento di amicizia che so essere reciproco e certamente non rinnego oggi.

Conosceva anche la segretaria Minutillo?

Sì, ebbe quel ruolo alla fine della mia presidenza in Regione. Galan, come tutti, portava la segretaria alle riunioni.

E Chisso?

Rapporto solo istituzionale. Ci si vedeva su questioni di competenza degli assessori.

La prima impressione alle notizie sull’inchiesta?

Davanti a certe cose si resta sbalorditi. Non fa piacere sentirle in generale, figuriamoci quando toccano persone che si conoscono.

Per gli addetti ai lavori era nell’aria che scoppiasse lo scandalo.

Si sentivano voci. Ma le voci sono da prendere con le pinze.

Ora però emergono i fatti. La convincono le ricostruzioni degli inquirenti?

Come sempre bisogna guardare le cose con distacco. Almeno finché la colpevolezza non sia eventualmente accertata. In passato abbiamo più volte visto i tribunali sconfessare teoremi che sembravano scontati. La prudenza va ulteriormente rafforzata quando, come nel caso della figlia di Galan, ci sono di mezzo minori.

Avrebbe messo la mano sul fuoco su di lui?

Diciamo che non avrei pensato a uno scenario del genere, peraltro tutto da accertare. Non posso che augurarmi, non solo per Galan ma per le istituzioni e la società di questo paese, che sia una sorta di “Scherzi a parte”.

Altrimenti avrebbe ragione chi sostiene che vanno fermate le grandi opere?

Non sono d’accordo. Per esperienza personale ho verificato che si possono costruire infrastrutture nel rispetto delle regole. Penso alla Grande Viabilità Triestina, alla Lacotisce-Rabuiese. Non il Mose né l’Expo, ma comunque opere pubbliche rilevanti. Ricordo il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ricordare più volte, e a ragione, di non essere stato raggiunto dal benché minimo sospetto.

Non teme però che l’inchiesta sul Mose finisca per toccare anche la terza corsia, visti i tanti collegamenti con le grandi società degli appalti?

Non lo posso sapere, ma rilevo che da Tangentopoli in poi non siamo stati interessati neanche da una sola inchiesta. Parlo per noi come per le amministrazioni di centrosinistra. E comunque la terza corsia è stata iniziata da Illy, continuata da Tondo e ora dalla Serracchiani. Non risultano, dopo tanti anni, segnalazioni da parte dei vertici della Regione.

A proposito di Tangentopoli, oggi è peggio?

Tangentopoli l’ho vissuta da spettatore, è un sistema che non ho conosciuto in prima persona. Mi pare che allora il fenomeno fosse più legato alla partitocrazia. I partiti, adesso, non ci sono più. Sono diventati comitati elettorali retti da un leader padre padrone.

Grillo si è subito scatenato. Crede che questa vicenda possa influenzare negativamente il lavoro del governo Renzi?

Penso di no. Renzi ha un consenso popolare straordinario, anche esterno alla sua parte politica. Può andare avanti tranquillo. Dimostrando, speriamo, capacità di governo.

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