Antonione candidato sindaco a Trieste, imbarazzo del Pdl sullo scatto di Berlusconi
Berlusconi giocando d’anticipo "ha benedetto" la candidatura dell'ex sottosegretario agli Esteri ed ex coordinatore nazionale di Forza Italia. Da Frattini a Gottardo, prudenza e no comment. Ma l’Udc parla di una "signora candidatura" e la Lega si dice pronta a parlarne
Roberto Antonione con Sandro Bondi
TRIESTE
Lo scatto di Silvio Berlusconi ha preso in contropiede un po’ tutti. La sponsorizzazione diretta del premier sul nome del deputato Roberto Antonione, ex sottosegretario ed ex coordinatore nazionale forzista, quale candidato sindaco del centrodestra per le elezioni del 2011 è stata accolta dalla coalizione con prudenza, per dirla in maniera diplomatica. Poca voglia di parlare a Roma, imbarazzo ma nessuna preclusione dichiarata a Trieste. Anche se qualcuno, fra le righe, fa capire che l’ipotesi porterebbe in dote un deficit in termini di radicamento sul territorio. Nessuno si sbilancia, specie i pidiellini della frangia che in città fa riferimento a Giulio Camber, il grande nemico di Antonione, irrigiditi dalla paura di dire «no» all’investitura partita dal grande capo e di andare così di fatto a contraddirlo. Rischiando poi di pagare tutte le conseguenze politiche del caso.
A ROMA
Fra gli esponenti di governo che le voci di palazzo danno già per coinvolti nella questione, il ministro degli Esteri Franco Frattini fa sapere tramite il proprio portavoce di «non voler commentare». Troppo impegnato, ieri, il titolare del dicastero per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi, mentre irraggiungibile nel pomeriggio si è rivelato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Irreperibili pure il senatore Giulio Camber e il sottosegretario Roberto Menia ai quali, da triestini, la notizia non sarà di certo sfuggita. Argomento tabù? Così pare.
IN REGIONE
Che il tema sia di quelli da trattare con la delicatezza che si deve a una bacheca di cristalli, lo fa capire il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo: «La stampa ha dato una notizia», stop. E un attimo dopo: «Se ci siamo già sentiti con i vertici nazionali? È ovvio che il coordinatore regionale certe cose le sa...». Il pari ruolo leghista Pietro Fontanini ricorda: «Vogliamo conoscere i programmi prima dei nomi». Programmi che la Lega Nord mira a «costruire assieme ai partner di maggioranza», senza chiudere porte a priori: «Antonione è un valido esponente politico triestino, che stimo e conosco. Ma per dare l’assenso - conclude Fontanini - bisogna prima parlare con i responsabili dei partiti». Angelo Compagnon, segretario regionale dell’Udc, si spinge oltre parlando di «signora candidatura», perché forte delle esperienze «di presidente della Regione e di sottosegretario agli Affari esteri, aspetto di rilievo per la vocazione internazionale di Trieste». Per Compagnon, l’ipotesi di una lista civica con Antonione leader e i partiti in appoggio va esclusa: «Antonione è un candidato di marca Pdl».
IL TERRITORIO
Se il segretario provinciale e deputato padano Massimiliano Fedriga rammenta a tutti come «il no della Lega Nord alle liste civiche sia assoluto. Su Antonione siamo disposti a discutere, senza alcuna riserva», il pensiero del coordinamento provinciale del Pdl arriva dal vicecoordinatore e consigliere regionale Piero Tononi. «Le persone che nel Pdl hanno ruoli di responsabilità possono essere candidate a incarichi di rilievo», dice Tononi che evidenzia però come un possibile sindaco debba «conoscere e vivere il territorio». Un messaggio velato per Antonione? Chissà. Bruno Marini, altro consigliere regionale pidiellino e “camberiano” di ferro, sceglie la strada del «no comment, in attesa di maggiori dettagli...». Prudente anche Piergiorgio Luccarini, altro fedelissimo di Giulio Camber: «Non commento mai le ipotesi, che in politica sono pericolose». Mentre la “bandelliana” Alessia Rosolen, collega di partito in piazza Oberdan ed ex assessore regionale, preme su un punto fermo: «Bisogna partire dal programma». E snocciola la formula magica grazie a cui «chiunque è pronto a discutere: pari dignità, rispetto e agibilità politica, tre paroline - attacca Rosolen - che il Pdl locale non conosce».
IN CITTÀ
E l’attuale primo cittadino che ne pensa? «Se effettivamente ci fosse la candidatura - dice il sindaco Roberto Dipiazza - Antonione dovrebbe confrontarsi con il territorio per ottenere il consenso più allargato possibile. È stato presidente della Regione e senatore, mi pare che il curriculum non gli manchi...». Così il vicesindaco di marca aennina Paris Lippi: «Nessuna chiusura sul nome di Antonione così come non c’è alcuna apertura, visto che non ne abbiamo mai parlato».
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