Antonaz: «Interferenze massoniche in Regione»

TRIESTE
Il potere delle segrete stanze. Che cura nell’ombra i grandi interessi politici ed economici. Esisterebbe anche in Friuli Venezia Giulia, sotto il controllo dalla mano lunga della massoneria. È Roberto Antonaz a denunciare il caso. Il consigliere di Rifondazione comunista, ex assessore della giunta Illy, conosce bene i meccanismi del Palazzo, ed ora esce allo scoperto: «Ci sono interferenze nelle scelte della Regione», dice preoccupato. Antonaz, che ha preparato un’interpellanza rivolta al presidente Renzo Tondo, vuole vederci chiaro nel raduno che si è svolto sabato 28 gennaio a Trieste in Stazione Marittima nell’ambito delle cerimonie per i 150 anni dell’Unità d’Italia. «Un raduno della Loggia massonica aderente al Grande oriente d’Italia di palazzo Giustiniani – precisa – dunque la parte “pubblica” cioè la punta dell’iceberg di una realtà molto radicata». «La scelta di Trieste è stata giustificata dal ruolo di primo piano che il Friuli Venezia Giulia e il suo capoluogo, a giudizio del gran Maestro del Goi, hanno da sempre nella storia della massoneria italiana», osserva Antonaz, che snocciola i numeri. «In regione esistono ben 12 Logge, 6 a Trieste, 2 a Udine e Pordenone, 1 a Gorizia e 1 ad Aviano, composta da ufficiali della base Usaf, più un numero imprecisato di Logge coperte», scrive nel documento che presenterà in aula. La massoneria «orienta la politica, come è stato ribadito da Cesare Geronzi, che conosce bene la situazione della nostra regione in quanto ex presidente delle Generali, il quale ha dichiarato che la massoneria conta molto ed è spesso protagonista degli snodi politici e finanziari».
E ciò non escluderebbe nemmeno la politica locale. «Non ho prove, però ricordiamoci che siamo una Regione che amministra 5 miliardi di euro e la massoneria è un mondo di intoccabili che, si sa, decide nomine e altro». L’esponente di Rifondazione cita un esempio: «Nella Sanità in Fvg è stata più volte segnalata l’adesione di medici, docenti universitari e primari. Voglio sapere qual è la valutazione che Tondo darà della scelta del Goi di svolgere in regione la sua adunata nazionale. E quali misure preventive l’istituzione sta mettendo in atto per impedire interferenze nelle decisioni politiche; e se il governatore – prosegue Antonaz – al di là della dichiarazione di non appartenenza a società segrete cui sono tenuti consiglieri e dirigenti regionali, che lascia il tempo che trova in quanto priva di ogni forma di controllo, non intenda avviare un’indagine interna per escludere ogni rapporto tra gli assessori o pezzi di apparato regionale con la massoneria».
Un argomento che trova d’accordo l’Idv. «Antonaz ha ragione – sottolinea il capogruppo Alessandro Corazza – e infatti non penso sia un caso se per candidarsi al Consiglio è necessario garantire che non si fa parte di società segrete. E poi basta analizzare come sono stati gestiti i posti di potere e le nomine, a partire da Trieste». Un ragionamento che i colleghi in Consiglio stentano a prendere sul serio. A partire dal Pd. «Meglio sarebbe che Antonaz desse priorità a seguire le questioni del mondo del lavoro e dell’economia», taglia corto Gianfranco Moretton, capogruppo.
Anche gli ambienti del Pdl stigmatizzano l’uscita di Rifondazione: «Che la massoneria controlli la Regione lo trovo ridicolo – ribatte il triestino Piero Camber – per quel che mi riguarda è un concetto lontano da me, dalla mia famiglia e dai nostri valori, se mai qualcuno lo avesse pensato». Di altro parere il Carroccio: «Rifondazione scopre l’acqua calda, si sa che le più alte cariche dello Stato italiano sono piene di personaggi vicini a questi ambienti – evidenzia Federico Razzini – non escludo quindi che ciò avvenga in qualche misura anche in Regione. Ma la Lega è fuori da logiche del genere».
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