Antonaci e l’aggressione al bar: «Un calcio perché antifascista»

L’ex consigliere comunale sostiene di essere stato pesantemente apostrofato e poi colpito allo stomaco: «Mai parlato con quell’uomo, l’ho visto solo ai gazebo»
Bonaventura Monfalcone-24.10.2016 Risultati elettorali-Cisint-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-24.10.2016 Risultati elettorali-Cisint-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Aggressione a sfondo politico in pieno centro. La vittima un volto noto: Giuliano Antonaci, 82 anni, ex sindacalista ed ex consigliere comunale, prima pesantemente apostrofato in un bar di corso del Popolo e poi, stando al suo racconto, colpito con un calcio allo stomaco. Tanto repentino quanto inquietante l’episodio. Giovedì verso le 17 Antonaci – uno dei pochissimi democristiani ancora in circolazione, come lui stesso si definisce – varca la soglia dell’Osteria Hirschen gestita da Ezio Vanone. Il barista gli chiede se desidera consumare un caffè al banco e lui chiede un “gocciato”. Non fa in tempo a dire altro.

«Dopo quelle parole, infatti, l’unico altro avventore che casualmente si trovava al mio fianco – riferisce lo stesso Antonaci – si gira e, in dialetto, mi si rivolge con toni sprezzanti: “Te ga 80 anni e ancora non te son crepà...Brutto, schifoso antifascista!”». L’ottuagenario non riesce neppure a ribattere che, in un lampo, si vede sferrare «un calcio in pancia». Dopodiché l’altro tizio, un uomo della zona sulla trentina, «si fionda fuori dal locale». Antonaci, comprensibilmente scosso, torna a casa. E, com’è nel suo carattere, non tace l’accaduto. Delle 18.26 il post pubblico sulla sua bacheca social, dove riferisce per sommi capi l’anomalo fatto. «Non comprendo il motivo di questo increscioso e preoccupante episodio, posso solo dire che è totalmente immotivato – scrive – poiché io non ho proferito altre parole se non quelle per far l’ordinazione. Voglio sperare che sia un episodio isolato piuttosto che un’aria malata che Monfalcone respira».

L’altro testimone dell’episodio, il titolare del locale Vanone, conferma di aver sentito usare il termine «antifascista», ma non crede nel motivo politico del raptus: «Il calcio io non l’ho visto. E per me, qui, i partiti non c’entrano. Le parole del giovane sono volate per un bicchiere di troppo e non bevuto qui, visto che era appena arrivato». «Non credo gli volesse far davvero male – sottolinea il barista – altrimenti gli avrebbe tirato un pugno, ma in quel caso sarei intervenuto io, saltandogli addosso». «E poi – conclude – basta con ’sti dissapori di bandiera, quando a Monfalcone ci sono cose più importanti».

È un dato di fatto, comunque, che il clima politico si stia facendo pesante in città. A farne le spese, stavolta, è stato Antonaci, che dopo un passato in aula e l’appoggio dato alla lista Monfalcone responsabilmente con i fatti per la candidatura di Anna Maria Cisint, milita ora nel partito Pensionati che è in maggioranza. Ma è conosciuto pure per l’attività nel parlamentino del Centro. «Conosco solo di vista quell’uomo – spiega –, l’ho notato più di una volta ai gazebo in piazza, vestito di nero, vicino a quelli di Fratelli d’Italia. Non c’avevo mai parlato prima». «Per fortuna – conclude – avevo il giubbotto imbottito e non ho sofferto più di tanto, ma garantisco che non è stata una carezza, visto che lui c’avrà 35 anni, io ne devo compiere 82...Se ho fatto denuncia? Non ancora, ma ho 90 giorni per pensarci». –



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