Antifascisti in piazza contro CasaPound nel giorno del debutto della nuova sede

Presidio sotto il Consiglio regionale. La Cgil e l’Anpi aderiscono. E torna la paura di scontri con i militanti di estrema destra
Il corteo antifascista in risposta alla concomitante manifestazione di CasaPound, Trieste, 03 novembre 2018. ANSA/ANDREA LASORTE
Il corteo antifascista in risposta alla concomitante manifestazione di CasaPound, Trieste, 03 novembre 2018. ANSA/ANDREA LASORTE

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TRIESTE «Apriamo i porti e chiudiamo CasaPound». È l’appello lanciato dalla piattaforma Trieste antifascista e antirazzista di fronte all’apertura della sede del movimento fascista a Trieste, sabato. Giorno in cui gli antifascisti convocano una manifestazione in piazza Oberdan alle 14. 30, per protestare contro Cpi ma anche contro le politiche di destra a livello locale, regionale e nazionale.

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La scelta è maturata nel corso delle assemblee tenutesi nei giorni scorsi ed è stata resa pubblica ieri con un comunicato stampa. Trieste antifascista definisce lo stabilirsi di Cpi a Trieste come «una grossissima minaccia per la democrazia, l’inclusione sociale, l’uguaglianza di genere, la diversità e la contaminazione culturale».

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Lo “sbarco” di CasaPound è collocato dalla piattaforma nel contesto delle politiche delle amministrazioni del Fvg e del governo nazionale: «L’apertura di questa sede non costituisce, purtroppo, un fatto isolato. Mentre i fascisti provano a guadagnare terreno in città, infatti, la giunta Dipiazza promuove il Daspo urbano, abbassa il tetto di stranieri negli asili nido, appoggia mozioni contro il diritto all’aborto; la giunta Fedriga introduce il criterio dei 5 anni di residenza per l’accesso alle case popolari;

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Lasorte Trieste 21/01/19 - Via S.Zaccaria 4A, Nuova sede di CasaPound

il governo Conte-Salvini-Di Maio con il decreto Sicurezza, in perfetta continuità con il decreto Minniti-Orlando sanziona penalmente le occupazioni a scopo abitativo, i picchetti di sciopero e i blocchi stradali, introduce armi pericolose come il taser tra le dotazioni della polizia locale e abolisce, di fatto, l’accoglienza diffusa in favore di sistemi concentrazionari». Sullo sfondo, prosegue l’appello, «la vergogna dei porti chiusi a chi scappa da guerre, devastazione e fame».

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Quali sono le prospettive della mobilitazione? Lo scorso 3 novembre, quando gli antifascisti scesero in piazza per contrastare il corteo nazionale di CasaPound a Trieste, riuscirono a portare in piazza oltre 5 mila persone (doppiando le quasi 2 mila di Cpi). A parte l’adesione in forse del Partito democratico, la manifestazione ha già ottenuto l’appoggio dell’Anpi di Trieste nonché della Cgil, come conferma il segretario provinciale Michele Piga: «Noi aderiamo alla piattaforma e saremo in piazza in continuità con la mobilitazione di novembre».

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La Cgil si oppone a CasaPound come movimento fascista: «Abbiamo anche presentato un esposto in Procura si questo. Tra i fatti di Bari e ora quelli di Roma, è un tema che non si può più sottovalutare. Serve una reazione».

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Ma il sindacato intende scendere in piazza anche per contestare il governo: «Un aspetto su cui concordiamo appieno con l’appello della manifestazione. La politica di accoglienza e livello nazionale e territoriale ha un’importanza centrale: la questione immigrazione va affrontata seriamente. Se ne vanno più giovani dall’Italia di quanti immigrati arrivino. Finora abbiamo visto fare propaganda su quelli che arrivano e nessuno si è preoccupato di quelli che partono. Il risultato di queste politiche è di spostare pericolosamente a destra l’asse del Paese».

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Foto BRUNI 24.08.2017 P.zza Libertà-controlli di Polizia


Il dibattito si svolge in città mentre nelle stesse ore, a Roma, si discute della possibilità di sgomberare la sede originaria del partito fascista, CasaPound appunto: martedì scorso il Consiglio comunale della capitale ha approvato una mozione (votata da Pd e M5S) per vuotare lo stabile occupato. Un’eventualità di fronte alla quale i fascisti si son più volte detti pronti a opporre resistenza. —


 

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