Antica diga, si cambia: pronti a ripartire licenze permettendo
Cordata guidata dal gruppo D’Arcano, lo stabilimento ribattezzato “L’isola di Trieste”: investimento da 3 milioni
Già la si può guardare, sfiorandola con la barca se si ha la fortuna d’andare per mare, o dal Molo Audace, meglio se attrezzati di binocolo. Non la si può ancora toccare, però. O, meglio, non ci si può ancora mettere piede, né per abbronzarsi di giorno né per cenare di sera con vista su piazza Unità o Porto Vecchio. Mentre i giorni - e l’estate - scorrono, l’Antiga diga, pardon “La Diga” come si chiamerà ora, continua a rimanere inaccessibile al pubblico, pur rimessa a nuovo, anche nell’impianto fognario che non era a norma, per effetto dei lunghi lavori di riqualificazione appena ultimati.
Dovrebbe riaprire a breve, a brevissimo, anche se di preciso non si sa, non appena comunque i “successori” di Stopani avranno incassato dagli enti pubblici competenti le ultime autorizzazioni e licenze per far risorgere la struttura a mare. Già, risorgere. Fin nel nome stesso, ché sia chiaro che il taglio col passato vuole essere netto. Drastico. Si chiamerà infatti “La diga - L’isola di Trieste”. È la dicitura - estesa peraltro alla Sailing People, l’associazione titolare di una concessione quarantennale rilasciata nel 2005 dall’Autorità portuale - scelta per il rilancio dello stabilimento dal nuovo Consiglio direttivo subentrato il 28 giugno 2010 davanti al notaio Pisapia su indicazione degli altrettanto nuovi soci, tutti privati: una cordata con qualche triestino ma con una forte presenza di imprenditori isontini e friulani, in testa il gruppo D’Arcano.
Tale neodirettivo, dunque, ora è presieduto proprio da Sergio D’Arcano, con gli “sportivi” Franco Brumat e Bruno Gomischech a fargli da vice e da terzo membro. Da loro è partita un’operazione colossale da tre milioni d’investimento e cinquanta addetti da impiegare a pieno regime, tra ristorante, bar, stabilimento balneare e attività correlate. Il bagno - fanno sapere - sarà aperto dalle 9 alle 19, e sarà dotato appunto di bar, sia interno che esterno. Darà ai diportisti che intendono fermarsi con la barca per un aperitivo la possibilità di un attracco temporaneo. Eppoi, la sera, si metterà in moto il ristorante-pizzeria, per tutte le tasche. Altra novità che dà la “dimensione” dell’impresa nella quale si è imbarcata la nuova cordata: la spola tra Molo Audace e “L’isola di Trieste” non la farà più una barchetta, ma l’Araxi, una comoda motonave da 150 posti.
«Abbiamo i frigoriferi pieni e cinquanta ragazzi pronti per essere assunti - sospira Francesco Comotti, responsabile marketing della stessa cordata - e pur comprendendo l’attenzione rivolta alla struttura, per i grossi problemi che ha avuto in passato, rimaniano preoccupati per alcune lungaggini burocratiche, che ci inducono a pensare che il ministro per la semplificazione Calderoli ha ancora tanto lavoro da svolgere. Non chiediamo favoritismi, ma soltanto di tenere presente che la nostra è un’attività stagionale».
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