L’Anpi approva i fischi a Dipiazza, non petardi e fumogeni. E scoppia il caso Muggia
Il Pd aveva invece preso le distanze anche dai fischi

Non si placano le polemiche dopo i fischi in Risiera al sindaco Roberto Dipiazza fin dall’inizio del suo discorso. «Pur comprendendo il concetto di sacralità laica relativo alla Risiera, fischiare l’oratore, benché vestito in forma ufficiale è esercizio lecito di dissenso democratico», dice Fabio Vallon, presidente provinciale dell’Anpi.
«Altra cosa sono alcune azioni, estremamente e culturalmente minoritarie, come accendere fumogeni davanti un luogo dove le persone ammazzate lì dentro passavano per il forno crematorio e per il fumo del camino. Non è azione né resistenziale né di protesta – aggiunge il referente dell’associazione partigiana – solo cosa stupida che qualifica chi la fa. Mentre far esplodere delle bombe carta, indifferentemente contro chi o contro cosa, è azione criminale. Nessuna delle persone che hanno fatto queste cose è un vero antifascista». Il Pd aveva invece preso le distanze anche dai fischi.
Situazione simile a Muggia con Fiorella Bencic che, in veste di segretaria del circolo Pd locale, si rivolge al sindaco Paolo Polidori per evidenziare «che chi lo ha contestato alla fine del suo discorso non è un iscritto dem. Noi siamo stati in composto silenzio».
Polidori aveva stigmatizzato, oltre al caso della Risiera e del corteo, quanto avvenuto a Muggia «dove analoghi individui urlavano “fuori i fascisti dalle istituzioni”, e dove, forse gli stessi, hanno ben pensato di scaraventare la corona deposta dal Comune di Muggia, istituzione evidentemente secondo loro piena di fascisti, lontano dal monumento ai Caduti.
La Liberazione è quindi lungi dall’essere compresa nella sua vera essenza, ma viene usata da troppi come pretesto di contrapposizione politica ed ideologica». —
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