Animalisti: «A Margherita non abbiamo chiesto soldi»

Astad, Enpa e Gattile intervengono sul caso Hack: «Non facciamo la questua» Cociani: i sette mici che furono dell’astrofisica ora vagano nel rione
Lasorte Trieste - Margherita Hack
Lasorte Trieste - Margherita Hack

Zacchi era un dolce bastardino, mezzo volpino, pelo color nocciola, orecchie e muso neri. Il cane era il fedele amico di Margherita Hack, unico tra i sette gatti che nell’ultimo periodo della sua vita circondavano l’astrofisica. Aveva 15 anni ed è morto nel 2013, pochi mesi dopo la sua padrona. Ma che fine hanno fatto i sette gatti che vivevano con Margherita e il marito Aldo De Rosa, e che la studiosa adorava? Quei mici che vivevano tra casa e giardino, che si infilavano tra i volumi della libreria e facevano capolino quando qualcuno varcava l'ingresso? «Pochi giorni dopo la morte di Margherita sono andato a trovare il marito, nella casa di Roiano, - riferisce Giorgio Cociani, anima de Il Gattile e amico di lunga data dell'astrofisica - così da mettere a disposizione le mie strutture per tenere i gatti se serviva un aiuto. Ma mi sono sentito dire che era tutto sotto controllo e che non serviva nulla».

Da allora di quei gatti nessuno ha saputo più nulla. Dopo la morte del marito Aldo la casa di Roiano è stata chiusa, il giardino abbandonato a se stesso. «Io non ne ho prova - sostiene Cociani - ma qualcuno della zona mi ha detto di aver visto vagare i mici nel rione». Anche se tra i vicini di casa c’è invece chi assicura che ogni giorno c'è una persona che apre casa Hack e dà da mangiare agli animali.

Il “caso” dei gatti di Margherita si inserisce nella vicenda del testamento lasciato dall’astrofisica, che aveva disposto un lascito per Il Gattile, l'Enpa e l'Astad (20mila euro per ciascuna associazione); testamento che poi il marito Aldo ha reso di fatto nullo, vergandone uno in cui lasciava tutti i beni della coppia a Tatiana Gjergo, la governante che fino all’ultimo ha seguito la coppia. De Rosa - secondo una ricostruzione fornita da persone vicine - avrebbe ritenuto non disinteressate le amicizie di persone che da Hack si facevano poi dare soldi per le loro associazioni. Una sorta di via vai di animalisti in casa Hack, che chiedevano aiuti economici. Ricostruzione che le associazioni coinvolte smentiscono con decisione. «Respingo con sdegno tali basse insinuazioni - sottolinea Franca Varridi Antonini, presidente dell'Astad - l'Astad non fa questua ma è onorata di ricevere da chi spontaneamente intende dare, forte di un nome stimato e di una rispettabilità che ne contraddistingue l'agire da decenni. Né io né alcun dirigente o operatore Astad - aggiunge - ci siamo mai recati a casa Hack. Né abbiamo mai sollecitato subdolamente la benevolenza dell'astrofisica». Quanto al testamento, «è del tutto evidente la volontà di Hack di laciare un contributo tra gli altri all’Astad ed è in questo senso che ci siamo rivolti all’erede per chiederle la disponibilità di rispettare le suddette volontà. Nessuna risposta abbiamo ricevuto, il che peraltro ci ha sorpreso non poco», scrive ancora Varridi Antonini.

Con Enpa e Astad, Hack aveva ormai rapporti sporadici. Con Il Gattile manteneva invece un rapporto speciale. Ne era socia fondatrice, conosceva ogni progetto e ogni necessità del ricovero per gatti di via della Fontana così come dell'Oasi Felina. Il legame era tale che Giorgio Cociani e i suoi volontari nel 2001 istituirono il premio Margherita d’Argento che l'associazione onlus conferisce ogni anno a una donna che ne condivida le finalità di cura e ricovero dei gatti randagi. Ma «l'ultima volta che ho messo piede nella casa di Margherita - dichiara Cociani - era per ritirare la prefazione che aveva scritto per il libro sul Gattile».

«L'Enpa con i suoi responsabili e volontari non ha mai varcato la soglia dell'abitazione di Margherita Hack - precisa la presidente dell'Enpa, Patrizia Bufo - né ha mai chiesto denaro. La professoressa era socia perpetua dal 1978, senza quindi nemmeno l'obbligo del rinnovo annuale della tessera sociale. Hack avrebbe voluto donare all'Enpa un sostegno alla locale salvaguardia animale - continua - e noi non possiamo che dolerci del fatto che le sue volontà non possano trovare esecuzione per gli avvenimenti successivi alla sua scomparsa. Dall'alto delle stelle che amava saprà ben giudicare gli umani comportamenti».

Laura Tonero

Riproduzione riservata © Il Piccolo