Andrea Illy: sogno un’agricoltura virtuosa illycaffè sarà “carbon-free” nel centenario
TRIESTE Tempo fa è stata presentata all’Onu la settima edizione dell'annuale World Happiness Report con la classifica dei 156 Paesi valutati in base alla percezione della felicità dei propri cittadini. Il risultato ha premiato ancora una volta la Finlandia e il Grande Nord secondo i dati raccolti dal 2016 al 2018 dalla società di consulenza e statistica Gallup. Il rapporto, redatto da Jeffrey Sachs in partnership con la Fondazione Ernesto Illy, tiene conto di fattori come prosperità economica, aspettativa di vita, stato del welfare e libertà individuale. Andrea Illy, presidente di illycaffè e di Altagamma, da tempo collabora con economisti e ricercatori del calibro dello stesso Sachs, direttore dell'Earth Institute alla Columbia University, e di Jacques Attali che ha lanciato Positive Planet, dedicato alla lotta alla povertà attraverso lo sviluppo della microfinanza. Se si realizzasse la sua candidatura al vertice di Confindustria, spinta dai grandi produttori del Nordest, Andrea Illy sarebbe il primo presidente che farebbe della sostenibilità ambientale il suo manifesto “politico”. Tuttavia si tratta di uno scenario futuribile, perche dall’entourage di Illy su questa candidatura, per ora solo virtuale, trapela soltanto un “no comment”.
L’industriale triestino, come si capisce anche dalla sua attività sui social, viaggia di continuo per spiegare la filosofia etico-imprenditoriale della illycaffè: «Il caffè viene dai Paesi poveri, una cinquantina di nazioni con 25 milioni di famiglie che vive ancora oggi sotto la soglia di povertà. Se non fornisci a questi Paesi produttori le risorse economiche per curare le piantagioni, compresa la formazione, non potrai mai ottenere materie prime di qualità», spiega nel suo recente libro Italia Felix. In questi giorni si trovava a Madrid dove ha partecipato a COP25, la 25esima riunione annuale delle Nazioni Unite sul clima, intervenendo in un panel specifico sull'Italia e sulle azioni del governo e del mondo imprenditoriale in merito alle questioni relative al cambiamento climatico.
Mentre Greta conquista la copertina di Time, Andrea Illy appare in piena sintonia sui tempi. A Madrid fa un annuncio a sorpresa: illycaffè decarbonizzata nel 2033, anno del centenario dell’azienda triestina. «Le imprese sono responsabili della società in cui viviamo, non fosse altro perché il settanta per cento dell’economia è fatta dal settore privato», spiega in una intervista rilanciata dal suo profilo Twitter. Per questo è tornato sui libri, dedicando un anno intero agli studi: «Idealmente il mio sogno è che nel 2033, che sarà il nostro centesimo anniversario, l’azienda sia carbon free. Per farlo volevo adottare un modello di economia circolare, dal suolo al suolo». Per il presidente di illycaffè il riscaldamento globale è oggi «la madre di tutte le cause, non solo per il suo impatto devastante ma anche perché presto diventerà irreversibile e autoalimentato. La decarbonizzazione è dunque oggi una priorità assoluta».
L’agricoltura, ha detto nella tavola rotonda sul clima a Madrid, è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra, a causa dell’esasperata ricerca della produttività tipica dell’agricoltura convenzionale: «Ciò ha portato anche ad un depauperamento del suolo, che è il più importante serbatoio di carbonio dopo gli oceani. La nota positiva, però, è che l’arricchimento dei terreni con materia organica può migliorare di molto la carbon efficiency, come già dimostrato ad esempio dall’agricoltura rigenerativa, al punto di ambire a diventare carbon negative». Illycaffè sta ancora lavorando a una precisa strategia per arrivare a essere carbon-free entro il 2033 ma certamente l'agricoltura virtuosa descritta da Andrea è il fulcro.
Questa idea si basa su un doppio beneficio, per l’ambiente e per la salute: «Alla base sta il concetto che la salute del suolo porta alla salute delle piante e ai conseguenti benefici nutrizionali degli alimenti. Tutti dovranno essere coinvolti in una catena che passa dagli agricoltori ai consumatori, che potranno in questo accedere alla totale tracciabilità e ad un network di innovazione aperta per la generazione continua di conoscenza». —
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